giovedì 7 dicembre 2017

La Meditazione di Liberazione


Battesimi, Sacramenti e Iniziazioni

A completamento di quanto già scritto in particolare nel “Nient’Altro che Sé Stessi” e di quanto spiegato in numerose conferenze disponibili online, si prendono qui in considerazione i tre aspetti principali implicati nei legami e nelle interferenze spirituali. Quanto qui riferito al battesimo cattolico (dato il peso specifico di questo legame) si estenda, con i dovuti aggiustamenti, alle più diverse forme di interferenza e manipolazione spirituale ed energetica, essendo, i meccanismi generali, i medesimi.

Si definirà come “atto interferente” (all’origine o nel divenire) ogni qualsivoglia azione battesimale e sacramentale, iniziazione, attivazione o manipolazione subìta in seno alla Chiesa Cattolica così come presso qualsiasi contesto religioso o esoterico (pseudo-esoterico), oppure relativa a circostanze ricondotte ad interferenze aliene di qualsivoglia natura. Aliene sia in senso dimensionale, sia, soprattutto, in quanto aliene alla nostra Natura reale e Volontà consapevole. È qualcosa che ci ha coinvolto e di cui oggi vogliamo liberarci, anche se originariamente corrispondeva anche ad una scelta consapevole (questo ovviamente non è il caso del Battesimo Cattolico, ma può essere il caso di altre “iniziazioni” ricevute).

L’atto interferente va inteso fondamentalmente come la connessione ad una “forza” (o sistema di forze): un sistema di credenze e prassi religiose e sociali, un dio o un pantheon divino, una chiesa, una scuola di pensiero, una via iniziatica, un maestro o un guru così come ad un corpo dottrinario, ad un serbatoio energetico, ad una forma pensiero o psicocreatura, ad un contesto rituale e così via.
L’interferenza viene esercitata, in forma esplicita o implicita, ovvero in forma più o meno (o per nulla) evidente e dichiarata, da parte di un mediatore: un maestro, un sacerdote o un ente alieno che in tutti i casi interferiscono manipolando profondamente l’anima, l’energia e la mente umana assumendo dunque un atteggiamento predatorio e vampiresco a diversi livelli di invadenza e di predazione.

L’azione viene esercitata (di fatto imposta) estorcendo un consenso,  approfittando di uno stato di ignoranza e di conseguente incoscienza, stato che spesso rientra in una più diffusa, subdola e sistematica strategia di manipolazione e di condizionamento sociale collettiva e generazionale, ovvero perpetuata nel tempo anche attraverso la complicità di una sedimentata prassi, forte di quelli che divengono usi e costumi, convenzioni e conformismi, spesso persino del tutto slegati da una reale conoscenza (e volontà di conoscenza) di ciò a cui si aderisce.

La connessione realizzata mediante l’atto interferente (battesimo, iniziazione, attivazione o manipolazione energetica) crea 3 accessi, ovvero lavora su tre aspetti.

1)     ACCESSO SPIRITUALE (animico)
Questa connessione intercetta la Volontà, quindi accede al serbatoio personale della Potenza (si ricordino i 3 serbatoi della Volontà-Potenza, Energia-Vita e Conoscenza-Memoria).
Questo accesso animico-spirituale avviene attraverso il Battesimo, ovvero l’Iniziazione ai Dogmi o ai Misteri di un collettivo votato ad una “forza” (eggregora) o ad un ecosistema di forze e psicocreature esterne rispetto all’essenza spirituale e divina primeva umana. Come spiegherò più avanti, anche l’influenza territoriale – in seconda battuta rispetto al battesimo - di una psicocreatura può permettere a quest’ultima di avere accesso alla sprovveduta anima individuale.
Il Battesimo religioso e questo tipo di Iniziazioni fondano il loro potere sull’estorsione del consenso, senza il quale, essendo noi per natura individui sovrani, non sarebbero possibili o risulterebbero prive di qualsiasi efficacia.
L’atto iniziatico intercetta e ri-orienta il canale di connessione con il Sé Superiore individuale, rendendo del tutto inconcludente, sul piano evolutivo umano e coscienziale, la vita della persona, alimentando il “samsara” dispersivo.
Tecnicamente si opera di solito sul chakra della corona e sul terzo occhio.
Questa è l’interferenza determinante e prioritaria su qualunque altra.
Più avanti discuteremo su come liberarsi da questo gravissimo sopruso e dai suoi deleteri effetti che ci riguardano non solo nell’incarnazione corrente.

2)     ACCESSO ENERGETICO (sessuale-corporeo)
Questa interferenza avviene attraverso i Sacramenti (o i passaggi di grado in sede iniziatica-eggregorica). Agisce a livello corporeo, vitale, depredando energia, debilitando, controllando, ma anche tutelando e consentendo poteri o fenomeni soprannaturali. Perfeziona l’accesso animico, sempre a vantaggio dell’eggregora battesimale, la quale, ad esempio nel caso dell’eggregora “Dio”, YHVH,  a sua volta include forze minori, avendole nella storia fagocitate, e quindi in ogni caso tutto avviene sotto la sua cupola globale. Nel caso queste manipolazioni si riferiscano ad altre forze rispetto a quella battesimale vengono da quest’ultima gestite oppure rese del tutte inefficaci, se non sul piano suggestivo certamente su quello energetico e spirituale, a tutela del suo territorio. Si tenga presente, sempre a titolo di esempio significativo, che la “scomunica” interrompe gli effetti energetici e tutelari del battesimo, ovvero gli effetti a “beneficio” della persona, ma non l’accesso animico a favore dell’eggregora.
I sette sacramenti religiosi si riferiscono naturalmente al sistema dei chakra maggiori. Ad esempio, in ambito cattolico:

- Battesimo (iniziazione cristiana) – Chakra della Corona (versamento dell’acqua). È l’atto iniziatico che in ogni caso consente l’accesso e la predazione energetica di tutte le funzioni;

- Cresima (confermazione) – Terzo Occhio (unzione della fronte): ri-orientamento dei sensi interni nei sette doni dello Spirito Santo (
 la sapienza, l'intelletto, la scienza, il consiglio, la pietà, la fortezza e il timor di Dio);

- Confessione – Chakra della Gola;

- Eucarestia – Chakra del Cuore;

- Matrimonio – Chakra del Plesso Solare;

- Ordine – Secondo Chakra;

- L’Unzione degli Infermi (a scopo di guarigione o in quanto “estrema unzione”) – Agisce su tutto il sistema.

Il Primo Chakra, essendo la sede della nostra energia vitale e spirituale primordiale, non può essere direttamente “presidiato”: tuttavia se ne intercetta il potenziale ascensionale soprattutto attraverso l’accesso psicologico-esistenziale di cui parlo tra poco, che completa l’opera.

La liberazione dalle manipolazioni energetiche (sacramentali, iniziatiche o anche occasionali – attivazioni ecc…) avviene progressivamente attraverso l’esercizio delle pratiche spirituali riferite ad un percorso spirituale autentico, in concomitanza con la liberazione dal primo accesso. 

3)     ACCESSO PSICOLOGICO – ESISTENZIALE 
Questa interferenza – che agisce al livello di Personalità - tende ad intercettare la possibilità della Conoscenza e della Memoria del Sé Divino. Riguarda e agisce attraverso i seguenti elementi:

- ambiente, morfogenetica, spessore storico;
- famiglia, cultura, conformismo, forme pensiero locali e globali;
- scuola, educazione, condizionamento, censura cognitiva;
- impostazione sociale e lavorativa, pressione esistenziale;
- usi e costumi, abitudini e prassi sociale;
- tabù, paure, giudizio;
- miti e credenze, indottrinamento alla morale e al senso del peccato;
- suggestioni, leve morali o motivazionali, meccanismo del castigo/premio;
- comandamenti e “valori” (dietro ai quali si celano le trappole dei tabù repressivi): procreazione, sistema famiglia, coppia, lavoro, obbedienza, timor di dio, sofferenza…

Tutto questo produce quelle proiezioni mentali collettive che definiranno la pseudo-realtà psichica convenzionale di riferimento, dissociandoci dalla Vita Reale.

Sul piano psicologico e comportamentale possiamo ammettere che questo sia l’aspetto relativamente più semplice da sanare: pensiamo a quante persone, a quanti atei o convinti ricercatori spirituali che riescono, più o meno, a scrollarsi di dosso i condizionamenti cattolici (cosa bellissima!), purtroppo credendo solo per questo di essere liberi, senza tenere conto degli altri due “accessi” ben più profondi e determinanti.  


 LA DISCONNESSIONE BATTESIMALE / INIZIATICA 

1.     È un processo che inizia con un solenne atto di volontà espresso con l’intenzionalità di tutte le componenti della propria struttura d’anima, prossimi al Sé Superiore;
2.     Si rende possibile grazie ad un costante e progressivo percorso spirituale di Conoscenza, Pratica e Consapevolezza che vada a sanare quel “buco di coscienza” che ha permesso e che permette l’estorsione del consenso (silenzio assenso);
3.     Implica quindi un comportamento coerente, anche nei confronti degli altri: assumere una ferma, decisa, esplicita e inamovibile presa di posizione nei confronti di quelle che si riconoscono in quanto dinamiche di sopruso spirituale, lasciando tuttavia gli altri al loro libero arbitrio, ma portando la nostra testimonianza di libertà e rigettando qualunque coinvolgimento o complicità eventualmente chiestaci;
4.     È un percorso di sottrazione del consenso da una parte e di recupero della sovranità dall’altra e di esercizio spirituale costante teso a colmare i nostri vuoti di coscienza;
5.     È possibile in quanto diritto, per via della natura intrinsecamente libera e incorruttibile della nostra Anima Spirituale, la quale, tuttavia, per perpetuata incoscienza o per scelta può rendersi disponibile all’inganno e alla predazione rinunciando allo status di forma-ponte e al relativo progetto di Amore e di Evoluzione individuale a vantaggio dunque di altre “forze” e progetti (non di rado in competizione e conflitto tra di loro!);

Solo una precisa scelta – autodeterminata, personale e responsabile - di “coltivazione spirituale interiore” potrà completare il processo di liberazione e conservarci nella salvaguarda della nostra Anima e Vita Reale.

Il Battesimo (così come qualsiasi altra Iniziazione Eggregorica) non ha MAI valore assoluto, ma costituisce un “tentativo” (con tutti i risvolti energetici e sociali che ne conseguono) di interferire con la Sovranità Spirituale Individuale. Se l’ignoranza si perpetua nella vita della persona, l’Anima è immediatamente interferita, pronta a rendersi disponibile ad un Battesimo oppure, in mancanza di questo, in balìa di “forze territoriali”. Questo significa che siamo “tenuti” alla Conoscenza: dove c’è vuoto, “altro” sgomita per colmarlo.

Il Battesimo e i Sacramenti sono una progressiva estorsione di consenso (senza il quale nessuno può nulla sull’Uomo) e un continuo approfittarsi di un vuoto di coscienza, cioè di un vuoto di consapevolezza e di direzione evolutiva. Pertanto, non basta essere “liberi” ma è necessario conoscere ed esercitare costantemente i propri “diritti spirituali”, proprio come avviene, se vogliamo, per i diritti civili. Ogni rinuncia va a nostra discapito: ogni indolenza costituisce un’abdicazione dalla nostra Sovranità.

“Dio”, ovvero YHVH, è oggi la Forza Globalmente Sovrana con la quale nessuna altra Forza può competere, se non quella del nostro Sé Superiore: quelle “forze” agiscono e sono a livello di Maya, attraverso il Potere di Maya, mentre il nostro Sé Superiore (che possiamo legittimamente definire come “Divino”) agisce a livello di Reale, attraverso il potere dell’Essere. Il Sé Superiore – ovvero l’Essere Coscienza – è Archetipo Divino Primevo: YHVH, nella sua vastità, è pur sempre un’eggregora derivata.

Liberazione, in definitiva, non è tanto (non è solo!) RESCISSIONE dai legami, bensì è RICONNESSIONE a quel Sé Superiore in noi.

La “Liberazione”, nella formula qui proposta, va letta per tre volte prima di dormire, alla sera, dopo qualche momento di profondo respiro e raccoglimento personale. Dopo i 21 giorni come da prassi iniziale, va ripetuta, sempre alla sera, ad ogni Luna Piena, possibilmente recitata con consapevolezza, sempre per tre volte. Non ci sono posture particolari da rispettare.

FORMULA DA MEDITARE / RECITARE:

Io faccio appello alla mia essenza profonda affinché pacifichi le mie ansie e annulli tutto ciò che può interferire con questa cura. In verità, Io sono quell’essenza.
Io chiedo al mio Sé Superiore di sigillare la mia aura e di creare un sacro canale protetto in modo che solo il flusso della mia Vera Volontà possa raggiungermi. Io sono quel Sé.
Io faccio appello all’essenza assoluta del mio essere affinché sigilli e protegga completamente questa sacra esperienza. Io sono.
Io, nel pieno e consapevole esercizio dei miei diritti spirituali, rimuovo e dissolvo completamente ogni presenza ed energia estranea, contratto e battesimo non scelto o dal quale scelgo consapevolmente e responsabilmente di recedere, incantesimo, memoria parassita e tutto ciò, anche di auto-creato, che limiti ora la mia libertà e la mia essenza.

Io sono libero/a
Io sono libero/a
Io sono libero/a

In questa incarnazione, con questo atto di libero arbitrio,
Io, ...........................
revoco, annullo e rinuncio a tutti e ad ognuno dei compromessi-vincoli-promesse di devozione-obbedienza, voti-iniziazioni-accordi-giuramenti-battesimi-rituali e contratti di associazione che non sono in sintonia con il mio Bene Supremo, in tutti le mie vite presenti, simultanee, multidimensionali, passate e future in questo Universo e dovunque nella Mente di Dio.
Nel nome della mia Coscienza, Io ordino a tutte le entità – relative ai contratti ed alle organizzazioni alle quali rinuncio – di abbandonare i miei corpi fisici, vitali, psichici, sottili e spirituali, le mie energie ed il mio campo vitale, ora e per sempre e rimuovo le relative energie e i relativi impianti e dispositivi, in forma retroattiva.
Chiedo al mio Dio Interiore di essere testimone della mia completa liberazione da tutti i contratti, impianti ed energie aliene, estranee e superflue, e da enti che siano da me conosciuti o sconosciuti.
Io sono completamente libero/a ORA, SEMPRE, QUI e OVUNQUE nel Tempo e nello Spazio. E oltre.
Io curo e perdono qualsiasi sorgente e causa delle restrizioni che ho abbandonato.
Curo e perdono me stesso, in tutte le mie incarnazioni, di tutto ciò che deve essere perdonato tra il mio Sé Superiore e me stesso.
Io sono libero/a
Io sono purificato/a
Io sono pronto/a

Ora Io faccio appello all’Assoluto dell’Essere, dentro e fuori di me, affinché mi siano restituite tutte le mie originali energie, memorie, poteri, sensi ed archetipi naturali e divini.
Ora Io sono libero/a dalle catene della dualità.
Possa il mio Cuore essere libero da ogni Sigillo.
Che io possa essere sempre (e per sempre) protetto/a da tutto ciò che – giungendo da fuori di me – possa impedire il compimento della mia Libera e Vera Volontà.
Da ora in poi userò questa rinnovata Libertà e Consapevolezza assumendomi la piena responsabilità per ciò che da me stesso giungerà, come é giusto che sia.

Ripetere per 3 volte.

Un bel respiro.

CARLO DOROFATTI

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mercoledì 6 dicembre 2017

Sul Battesimo Cattolico


Sapete come la penso sull'imposizione del Battesimo: un rito magico chiamato sacramento, erogato da uno stregone chiamato prete, che realizza l'iniziazione religiosa in seno ad una setta chiamata Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Vi sembrerà strano ma antropologicamente non fa una grinza.
Ho ricevuto alcune domande in cui mi si chiede di approfondire non solo l'aspetto "psicologico" o "esoterico" del Battesimo (cosa che faccio spesso), ma anche quello legale.
Non è esattamente il mio campo, quindi mi limito a dare qualche spunto e ad esprimere qualche commento personale.
Partiamo da qui: la sentenza della Corte Costituzionale n. 239/84 ha stabilito che l’adesione a una qualsiasi comunità religiosa debba essere basata sulla volontà della persona. Inoltre, secondo la legge 196/2003, l’appartenenza religiosa è considerata un dato sensibile (art. 4,1d), esattamente come l’appartenenza sindacale e politica, la vita sessuale e la salute dell’individuo. Essendo necessario l’esplicito consenso dell’interessato, la legge impedisce dunque ai genitori di iscrivere i propri figli a un sindacato, a un partito politico, a un’associazione, quindi ad un’organizzazione religiosa. (cfr.: art. 23,4 e art. 26,1).
Per chi pensasse che si tratti solo ormai di una festa in cui ci si diverte e si mangia e che in fondo un po' di acqua in testa non fa male a nessuno (infatti, guarda come stiamo messi!), ricordiamo che il Catechismo della Chiesa Cattolica così recita:
Art. 1267: ...Il Battesimo incorpora alla Chiesa...
Art. 1269: Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, ma a colui che è morto e risuscitato per noi. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri, a servirli nella comunione della Chiesa, ad essere « obbediente » e « sottomesso » ai capi della Chiesa, e a trattarli « con rispetto e carità.»
Art. 1272: Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile....
Art. 1280: Il Battesimo imprime nell'anima un segno spirituale indelebile, il carattere, il quale consacra il battezzato al culto della religione cristiana.
Avete notato qualche incompatibilità con le leggi sopra ricordate?
Come se non bastasse, il Codice di Diritto Canonico, al canone 868, stabilisce questa norma: «il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori». Qualora si verificasse, i genitori dello sfortunato bambino potrebbero denunciare il battezzante per violazione dell’art. 30 della Costituzione.
Da tutto questo evinciamo che non si tratta solo di un'imposizione moralmente discutibile, ma decisamente illecita.

giovedì 5 ottobre 2017

Vane Parole, ovvero la Filosofia dannosa


Durante le conferenze o, ancor più spesso, durante i webinar del martedì, prendo in considerazione autori, maestri, saggi e i loro insegnamenti. Leggiamo, commentiamo, rispondo alle vostre domande.
È una gran fatica. A volte alcuni autori o alcuni insegnamenti li elimino dalla potenziale scaletta alla quale lavoro. No, non perché non siano a mio parere validi, tutt’altro! 

Vedete, nel mondo della ricerca interiore, spirituale e - alzo il tiro - esoterica, ci sono Insegnamenti ed Esperienze. Anzi, ci sono solo Esperienze le quali, una volta verificato il risultato a cui conducono, diventano Insegnamenti se si sanno creare le condizioni per la loro condivisione: non si danno Insegnamenti, in verità, ma solo si fanno fare Esperienze dirette da cui trarre il proprio Insegnamento. In questo mondo esistono certamente degli assunti: conoscenze acquisite e verificate, affermazioni capaci di orientare, ipotesi che allargano il possibile, osservazioni… che vanno accolte. Ovvero ascoltate. E si devono far lavorare “dentro”. Parlarne, farne oggetto di filosofia o psicologia, significa non solo non averle capite, ma pure confondere gli altri e impedirne la comprensione reale. In ogni caso si esce dal mondo della spiritualità e della scoperta interiore, si esce dall’autenticità iniziatica per ingozzarsi di parole. E soffocare.

Ecco perché spesso, ad alcune richieste, dico no: di questo non si può chiacchierare. È troppo 
prezioso.

Quando vi capita per le mani qualcosa di autentico, diretto, forte, intenso e illuminante, non fatene oggetto di parole, dibattiti, recensioni o, peggio ancora, proseliti: così non capirete mai. Darete solo prova di non aver capito e di non capire. E, cosa più grave, non permetterete di capire. Non fate salotti filosofici: i salotti filosofici – quelli veri – erano contesti iniziatici dove si imparava soprattutto il Silenzio, e non circoli da intellettuali.

mercoledì 27 settembre 2017

Ecco di che stiamo parlando.


Il nostro interlocutore della nota precedente ci ha presentato un ragionamento del tutto logico, verificato quotidianamente osservando la media delle persone. In relazione a questo così ragionevole, pragmatico e sensato interlocutore, non mi verrà minimamente alla mente di convocare questioni che abbiano a che fare con domande o curiosità sul paranormale, sugli UFO, sui miracoli e compagnia bella, decisamente relegabili alla sfera dell’intrattenimento inessenziale.

No, qui la questione, per discorrere con il nostro amico, è più semplice, più diretta: quando si parla di ricerca spirituale o interiore o di realizzazione oppure di risveglio, ecco: di cosa stiamo parlando?(chiedeva il nostro più che concreto compagno di viaggio). 

Ecco di che stiamo parlando: ora mi spiego.

Tutto parte da una necessità, repentina e guizzante, forse persino “casuale”. La necessità di una “visione d’insieme” che dia senso globale e direzione coerente, leggibile, alla Vita e, in particolare, alla vita umana nella sua complessità. Qual è la visione ‘insieme? Qual è il senso di tutto questo? Puntualmente delusa, tale domanda di “visione d’insieme”, tale inquietudine viene solitamente tralasciata, come sedata, per preferire le più constatabili istanze del nostro amico pragmatico e concreto che nella vita ha capito cosa conta. Oppure, questa istanza apparentemente così astratta, costituisce l’inizio di una ricerca difficile e pretenziosa. Tale ricerca è quello che io chiamo “spiritualità”, ovvero ricerca di senso, ricerca interiore, ricerca etica dalle ampie vedute, sicuramente gli antichi la chiamerebbero filosofia (qualcosa di molto più denso di quella mediamente insegnata tra i banchi di scuola), una ricerca che diverrà presto la consapevolezza di una sorta di “sonno” della coscienza dal quale doversi risvegliare. 

Alla domanda di una visione d’insieme mancano risposte soddisfacenti, coerenti e sensate. E chi, a questo domanda, non riesce a rinunciare sa benissimo, quindi, di cosa stiamo parlando.

lunedì 25 settembre 2017

Non capisco di che stiamo parlando!



Va bene. Ricominciamo da capo. Ecco quello che oggi si può intendere come una vita felice e desiderabile.

Vado a scuola. Più o meno svogliatamente. Lì mi dicono chi sono, cosa devo fare (e cosa non devo fare), in cosa devo credere e come funzionano le cose nella vita. In qualche modo – sempre che non riesca a campare sulle spalle di mamma e papà – metto su casa. Trovo una donna, la mia donna (nell’esempio diciamo che sono maschio, ma si può traslare al femminile tranquillamente). La mia donna diventerà mia moglie, come si conviene. E con lei avrò i miei figli. E avrò il mio lavoro, ovviamente. Da solo, oppure come dipendente, sempre che non riesca in qualche modo a far finta di lavorare: che so magari dandomi alla politica. Comunque sia, prenderò il mio stipendio. La mia casa, la mia famiglia, il mio conto in banca, le mie cose. Che difenderò con le unghie e coi denti! Ho persino una certa cultura e se le cose vanno bene avrò anche i miei svaghi. Ecco tutto il mondo. Il mio mondo. Fino alla morte. Ciò che conosco, che imparo, che creo, ciò in cui credo, i miei sentimenti, insomma il senso di tutto si trova qui, dentro questo spazio. E, diciamolo, mi sento pure fortunato! Al giorno d’oggi questo è forse il meglio a cui si possa aspirare, con quello che si sente in tv! Certo c’è chi sta meglio: i potenti, i ricchi, i vip! Ma io sono così, normale: ho una vita normale, molto desiderabile tutto sommato. Ci saranno imprevisti, problemi, difficoltà, ma la vita è questo: gioie convenzionali e dolori convenzionali. Fino alla morte. Sono fortunato.
Scuola, giovinezza, lavoro, casa, famiglia, figli, carriera, pensione, nipotini. Infarcitura qua e là di ferie, svaghi, passatempi, televisione, smartphone, qualche viaggio, problemi assortiti, tasse, lutti, fregature, dolori, qualche peccatuccio, malattia, chiacchiere. Sogni e incubi (per un terzo della vita si dorme). Ok, se sono credente andrò a messa, qualche volta, come si conviene. Magari avrò pure un’idea politica da difendere, farò beneficienza e presterò servizio di volontariato per qualche buona causa. Oh, più di così! E sarò anche saggio e paziente al punto giusto per superare sofferenze e pesi: d’altronde siamo in una valle di lacrime no? E il mondo io non lo posso certo cambiare, siamo realisti…
Ok, questa è l’equazione che dà come risultato la cosiddetta “vita”. Un “bella vita” direi, da metterci la firma!
Perché dovrebbe venirmi in mente di cercare altro? Domande esistenziali, questioni filosofiche, perché di qua e perché di là, perché c’è sofferenza, perché si muore, dove si va dopo, se ci sono gli alieni, se la storia è davvero come ce l’hanno raccontata a scuola, se ci sono cose paranormali, le medicine olistiche, e poi… le questioni spirituali… ma di che stiamo parlando? Le risposte le abbiamo tutte: per lo meno quelle che ci servono. Ci sono state date tutte: la scuola, la tv, lo Stato, il mercato… ci danno tutte le soluzioni possibili. La religione ci dà il conforto possibile e qualche idea se ci venissero sin mente strane domande. Perché dovrei mettermi a cavillare? A cercare altro? Capirei se fossi in disgrazie, se fossi malato, se avessi dei problemi gravi, se fossi depresso allora forse sì, magari cercherei di rifugiarmi in qualche fantasia. Altrimenti queste cose “strane” non sono altro che intrattenimento, folklore… niente di importante. Ancora non capisco di che stiamo parlando! E se non avessi quella bella vita che – ringraziando il cielo - ho: quello sarebbe l’unico ideale cui aspirare, no? Casettina, soldini, famiglia, una buona reputazione… ecc… ecc…

Io questi che parlano di “spiritualità”, “ricerca interiore”, “risveglio” non li capisco proprio! Ma di che parlano? A me sembrano, anzi, molto più infelici di me: sempre turbati, insoddisfatti, lamentosi, oppure con un sorriso ebete in faccia che è tutto un progamma! Ma dai!

lunedì 4 settembre 2017

Amore Universale? No, grazie.



Credo che gli assolutismi non possano trovare posto nella nostra realtà. Persino se si tratti di “amore universale”. Penso che chi dica, o predichi, di amare tutti, di fatto non sia capace di amare davvero nessuno. Così come chi pensa di odiare tutti. Non è possibile. Non è necessario “amare tutti”. Non è doveroso “amare tutto”. Soprattutto quando si percorre un cammino spirituale, che esige sincerità e non ammette alcuna forma di ipocrisia né di idealismo. In un cammino spirituale non esistono assolutismi, né esiste il concetto di dovere. Non esiste nulla che non sia autenticamente sostenibile e che non corrisponda alla nostra natura reale, qui su questa Terra. Non esistono assolutismi chi implichino, come spiacevoli e naturali conseguenze, frustrazione, giudizio, finzione. Non mi si dica che è assolutistico dire che non si ammettono assolutismi, perché si tratterebbe di dialettica, di inutili quanto infantili sofismi. Non amate tutto e tutti, non è possibile. È l’ennesimo inganno. Non serve.

Certamente siate disponibili ad accordare il vostro amore a tutti, ma non preoccupatevi di dover amare tutti, magari perché ve lo dice la religione o il vostro guru. Anche in questo caso esprimete il vostro discernimento, il vostro piacere. Non cercate di amare tutto e tutti. Amate, piuttosto, qualcosa e qualcuno veramente.

martedì 29 agosto 2017

La Ricerca Spirituale: cammino personale o movimento umano?


(estratto da un incontro con Carlo Dorofatti - Agosto 2017) 

Attraverso quali fasi può snodarsi un cammino di crescita e di realizzazione?
All’inizio c’è la fase in cui si pensa di non poter fare nulla. E da un certo punto di vista è bene. È umiltà: che non sia rassegnazione! Poi, dedicandosi a certi studi, si arriva a credere di poter fare invece molte cose. Anche questo è bene. È credere in sé stessi, esplorarsi. Dopo un certo tempo si comincia a pensare di potere, anzi di dovere, fare tutto da soli. Anche questo è vero, è giusto ed è bene. È responsabilità e autodeterminazione. 

Personalmente non sopporto chi, a questo punto, intende l’esperienza di ricerca spirituale (e i suoi conseguimenti) come un fenomeno personale (personalistico) e individuale (individualistico): penso che siamo all’apice dell’egoismo, mascherato da una certo preteso spiritualismo. L’individuo diventa narcisista e se da una parte può arroccarsi nella sua torre d’avorio, dall’altra può riformularsi come guru di qualche gruppetto settario. Di fatto pensa solo a sé stesso e al suo privatissimo trip esistenziale. Fino a che, finalmente, si esce dall’“egoterismo” e si comincia a vedere più chiaramente. Si desidera condividere, stare e fare insieme agli altri, soprattutto con coloro che si ritrovano in sintonia con questa straordinaria ricerca. 

Allora, salvo che il cammino sia sempre ed inevitabilmente personale in quanto a responsabilità e lavoro su di sé, ci si apre ad un disegno più grande, ad una progettualità più ampia e, perché no, anche più divertente e molto stimolante. C’è scambio, conforto, cooperazione. Si scopre la bellezza dell’amicizia, anzi di una sorta di “fratellanza”, senza chiusure (capite che - in questo caso - non è un “legame” ma semplicemente l’ammettere che si è parte di qualcosa di più ampio?), ma che anzi permette di scoprire e realizzare molte cose non solo per sé stessi ma in un’ottica più ampia in quanto ci si sente parte del movimento umano come coscienza e vita. La libertà personale, tutt’altro che compromessa, diventa motivo di consapevolezza nella relazione. Diventa comunione, visione d’insieme. 

Ognuno ha il suo viaggio ed è nella propria fase che va rispettata per quello che è. Tuttavia fortunati coloro che riscoprono il valore della fratellanza, la bellezza della condivisione, dell’amicizia e di una più ampia capacità di visione.


mercoledì 12 luglio 2017

Per vie inaspettate



Se avete dei problemi io posso solo farveli vedere meglio. Non posso risolverli, ma forse, anzi, enfatizzarli. Crearvene di nuovi. Di diversi. All’inizio posso, devo, solo disorientarvi.

Volete fare “esperienze”? Sarebbero solo farse, inutili farse nemmeno propedeutiche, solo ingannevoli, inutili suggestioni.

Volete avere chiaro il percorso? La mèta? Un piano di studi? Non funziona così. Come posso prendervi di sorpresa, destabilizzarvi, farvi uscire dal vostro solito personaggio con un “piano” dichiarato? E poi, visto che è la vita ad innescare i suoi processi sincronici in risposta al vostro intento di coscienza, come posso sapere io stesso cosa accadrà domani?

Ora avete bisogno di Conoscenza, ma attraverso un approccio totalmente diverso e inedito. Avete bisogno di silenzio meditativo e di recuperare l’uso del corpo o, meglio, di certe energie. Lavorate sodo, dentro di voi, senza troppe commedie, senza bisogno di inscenare ridicoli psicodrammi e giochi di ruolo che sarebbero vissuti ed esaltati solo dalle maschere che sapete indossare così bene.

Se volete perdere tempo, andate da altri. Se volete fare esperienze “terapeutiche” e stimolanti, andate da altri. Se volete avvincenti dinamiche di gruppo, andate da altri. Se cercate, anzi pretendete, soluzioni immediate, felicità, abbondanza e ricchezza, miracoli e formule magiche, andate da altri!

Io non posso fare nulla per voi, per ciò che credete di essere, per la vostra illusoria identità, per il vostro ego che vuole cure e compiacimenti. Per la vostra mente bulimica. Non posso guarirla, non posso assecondarla, non voglio ascoltarne le lamentele e le congetture, non posso divertirla né rallegrarla o consolarla. Il vostro ego, il vostro attaccamento, il vostro bisogno di rassicurazioni e di considerazione potrò solo annoiarlo, irritarlo.

Con me vi annoierete! Vi irriterete, vi infastidirete! Non posso curarvi né felicitarvi. Incoraggerei solo le vostre illusioni, quello di cui credete di avere bisogno. Molti lo fanno: vi curano, vi coccolano o vi seducono, vi entusiasmano con fresi ad effetto e con stupende esperienze. E voi siete contenti, vi sentite cresciuti e capaci. Poi tutto torna più o meno come prima: nessuna vera, radicale e duratura svolta fondamentale, nessuna rinascita definitiva. E cercherete altri corsi, all’infinito. Chi non possiede sé stesso è destinato ad amare e a rinforzare ciò che lo distrugge.

No, non posso curarvi, non posso farvi “crescere”: vi deluderò se cercate questo. Io posso solo farvi rinascere. Farvi toccare il fondo, semplicemente, e darvi l’occasione di una radicale rinascita. Allora, solo allora, potrò occuparmi davvero di VOI, partendo finalmente da ciò che veramente siete. Non sollazzando il falso che è in voi, ma iniziando un certo lavoro che verrà svolto dalla parte vera, dal vero soggetto che ora invece dorme e sogna. Vana ogni altra aspettativa, vano voler stabilire come tutto questo “secondo voi” debba avvenire, inutile ogni azione parodiata dall’Io fittizio.

Potete venire qui solo se avete sofferto – o siete pronti a soffrire – abbastanza. Se siete pronti a mollare la presa, ad affamare il falso ego che ha preso il vostro posto. Se siete pronti a rinunciarvi e a rinascere. Se avete ormai capito, o almeno intuito, che i conti proprio non tornano. Se siete davvero stufi di voi stessi, di ciò che credete di sapere e di tutte le illusioni del mondo.

Non sono qui per prendervi in giro con suggestioni e psicologie. Sono qui per Iniziarvi al mistero di Voi stessi. No, non ci sono corsi propedeutici o introduttivi o pensati per attrarvi in qualche modo. Il Fine (ma poi quale Fine?) non giustifica i mezzi: mezzi sbagliati non possono condurre a fini giusti (giusto? sbagliato?).

C’è un venire qui, in Accademia, e cominciare ad ascoltare con molta attenzione. Vi chiederò solo di stare in silenzio e disporvi all’ascolto. E solo perché sarà impegnativo – perché lo sarà! – non ditemi che “è mentale”, bella scusa! Potrete dire che è impegnativo, che è difficile: sì, è vero, c’è da applicarsi un po’. Del resto stiamo forse chiedendo poco?

Prima ancora di pretendere di fare o non fare cercate di capire se siete, chi diavolo siete e dove diavolo vi trovate: altro che “fare”! C’è da venire qui e, senza cavillare, stare in silenzio, con la giusta disposizione d’animo, quella umile di chi ha da imparare da capo tutto quanto, e con infinita serenità ASCOLTARE. Ascoltarvi e ascoltare. Almeno per un po’ sospendendo il giudizio, le tante domande inutili, le continue istanze e cominciare a sentire, sì “sentire” con mente, cuore, corpo, psiche, discernimento, raziocinio ben temperato e spazio intuitivo abbondante per accogliere una Conoscenza che si muoverà sottile dentro di voi, cambiandovi. Rinnovandovi per vie inaspettate.



sabato 20 maggio 2017

La Teoria dei Microclimi


Perché è così difficile, forse impossibile, cambiare le cose? È facile capirlo. Il nostro mondo viene oggi guidato da tre principali sedi di potere: i produttori di carburanti, che ovviamente non hanno interesse che si trovino fonti di energia pulita; i produttori di armi, che hanno bisogno di guerra; i produttori di farmaci, che hanno bisogno di malati. Queste tre sedi di potere creano ulteriori indotti importanti: i produttori di cibo, che hanno bisogno di mangiatori e i produttori di informazione, che hanno bisogno di consenso. Tutte queste sedi di potere sono interdipendenti e solidali tra loro: ognuna è in funzione delle altre e concorre alla grande torta. A tutti i costi le sedi di potere difendono i loro privilegi guidando il mercato, la politica, i governi a tutti i costi, ricorrendo alla semplice manipolazione mediatica, fino alla forza militare e di polizia. Un benessere effimero e a buon mercato è sufficiente per garantirsi il consenso di tutti: nessuno oggi rinuncerebbe all’agio che viene elargito con grande enfasi. Forse qualcuno, ma non basta. E qualora si creassero movimenti di consapevolezza sociale e politica verrebbero in qualche modo neutralizzati. Accade puntualmente. Il Dio denaro governa il mondo in modo mirabile, invincibile.
Questo è. Prendiamone atto.
A questo punto la sfida si sposta sul singolo individuo il quale, come dico sempre, deve regolarsi personalmente secondo coscienza, facendo le sue scelte, impostando una vita che, nel suo microclima, testimonia valori differenti. Non salverà il mondo ma farà la sua parte. Questo è l’importante.
Affinché l’individuo possa esprimere il suo arbitrio in tale direzione con maggiore motivazione e determinazione, possiamo contare sulla creazione di “microclimi”, ovvero ambienti umani ristretti e localizzati, innocui dal punto di vista del potere costituito, capaci tuttavia di incoraggiare e sostenere testimonianze esistenziali alternative rispetto al sistema dominante: solidarietà anziché competizione, salute anziché malattia, saggezza anziché convenienza, amore anziché orgoglio, coraggio anziché paura, insomma verità anziché menzogna; mi avete capito. In tal modo ognuno potrà al meglio esprimere quella personale scelta di vita che, pur in molti casi ancora obbligata a molte necessità imposte dal sistema – che altrimenti subito individua e persegue l’errore – in cuor suo potrà coltivare valori umani e spirituali e rifletterli nel suo microclima, inteso come una sotto-incarnazione virtuosa per certi versi slegata dall’incarnazione formale.
Ecco il motivo del Filo d’Oro e di tante altre realtà e movimenti (chiamiamoli spirituali, iniziatici, sociali, culturali, etici ecc… quando puri, e capaci di conservarsi tali, nei loro intenti).
Il Filo d’Oro, gruppo di studio e meditazione a Terni, è – oltre a ciò che già intuite essere in termini spirituali - un microclima umano: per ora solamente relazionale, cioè si cerca di impostare le relazioni sulla base di valori di amore, fiducia, sincerità e solidarietà, ma che in futuro potrà esprimersi anche a livello sociale, abitativo, lavorativo. Potrà cioè costituire un piano di esistenza ove “spostare” la propria incarnazione corrente che vada così a determinarsi in un ambiente favorevole all’espressione della coscienza individuale e alla sua evoluzione. Il Filo d’Oro è un “tumore” all’interno del sistema corrente: gli Iniziati sono le cellule tumorali impazzite che creano il proprio habitat nel sistema globale ma non per il sistema globale, nello stesso modo subdolo, ma in senso positivo, di quanto subdola è l’aggressione cancerogena in un organismo (peraltro, secondo certe teorie, a sua volta da intendersi come processo di guarigione per l’intero organismo stesso!).

giovedì 4 maggio 2017

Il Mondo, prova dell'Anima



Talvolta mi si ribadisce che la vita è dura, ingiusta, difficile, con le sue illusioni, la sua sofferenza. E mi si chiede se la via spirituale fornirà una soluzione a tutto questo, che, magari grazie alla famosa massa critica, cambieremo il mondo in un mondo migliore, giusto, autentico, felice.

No. Non accadrà. Non può accadere: questo mondo, la vita stessa, non può che  essere ingiusta, ingannevole e dolorosa. L’ingiustizia, la menzogna e la sofferenza sono connaturate nella natura del mondo: un mondo, scenograficamente bellissimo, che nel suo divenire naturale e sociale deve per forza essere così insensato, intrinsecamente, e, infatti, è sempre così, da sempre, per quanti avatar e maestri illuminati lo abbiano visitato. Sempre sarà così ingiusto e ingannevole. È fatto apposta per essere così. Capite? Nessuno può o deve salvare il mondo, cambiarlo, pensare di poterlo migliorare. Tu puoi solo essere testimone del dolore del mondo, fare la tua parte, certamente ma senza illusioni, e prendere le distanze dall’ingiustizia e dalla menzogna personalmente. Come anima individuale tu devi “distinguerti”. Ecco la via spirituale. La nostra anima viene provata da tutto questo che è fatto per esser così e non potrà mai essere diverso! Nostro compito è distinguerci, ognuno di noi può e deve distinguersi e “dire-di-no” all’ingiustizia e alla menzogna, costi quello che costi, non importa: attraversare questo mondo e andare oltre seguendo il nostro destino evolutivo distinguendoci e facendo la nostra parte individualmente: non cambieremo mai il mondo, non è possibile, ma avremo su di esso affermato la bellezza e la giustizia dell’Essere che, attraverso di noi, vince le sue stesse ombre e si rinnova, di mondo in mondo, di prova in prova. No: non si può salvare il mondo o cambiarlo sperando in un mondo finalmente giusto e armonico.

Anche se dobbiamo comportarci come se fosse possibile e fare la nostra parte secondo coscienza, dobbiamo rinunciare ad ogni pretesa. Il mondo non può essere migliorato: va reso talmente inutile che questo mondo, con la sua necessaria bruttura esistenziale, non avrà più ragione di essere. Se l’anima di ognuno di noi, di tutti noi, avrà capito, se avremo tutti capito, allora questo mondo non verrà cambiato: verrà trasceso.

Quello che si può fare ora è liberarsi dall’idea di un mondo perfetto e bello e giusto: la giustizia non è di questo mondo, diceva qualcuno. Quello che possiamo fare, però,  è essere giusti, amorevoli e armonici sfidando la natura del mondo, eroicamente. E accettare che le prove dell’anima passino necessariamente da mondi imperfetti, ingiusti, illusori e dolorosi, dove è il “male” a trionfare necessariamente perché il mondo è per sua natura così, deve esserlo! Così la nostra anima, grazie al libero arbitrio, potrà riconoscersi diversa e trascendere, per “distinzione”: dire “io non ci sto e mi regolo diversamente, e combatto per un’altra verità.”.

Certo, il mondo sarà ostile, saremo derisi, perseguitati o moriremo, ma che importa? Cos’è vero? Cosa vale?


Può la via spirituale rendere giusto e bello il mondo? No. La via spirituale è capire cosa siamo davvero.

giovedì 2 marzo 2017

L'inganno più grande e la Via della Vita



Per comprendere il mio intento di insegnamento, diciamo di condivisione, il primo princìpio da considerare è che quando si parla di spiritualità, di sacro o di Dio, io mi riferisco a ciò che respira dentro di noi. Alla vita, alla coscienza intesa come intelligenza umana e cosmica. All’Essere in quanto tale: origine di ogni cosa, onnipervadente, senziente in noi se lo sappiamo riconoscere e, attraverso l’esercizio del libero arbitrio, lo sappiamo esprimere pur nella contraddittorietà dell’esperienza materiale, e al quale ogni cosa ritorna e si rigenera incessantemente.

Non credo a nessuno degli dèi delle religioni o di altre eventuali vie esoteriche che si rifacessero a forze, entità o divinità di qualsiasi genere e natura (terrestri, extraterrestri, pseudo-spirituali o quant’altro). Le religioni, e i loro dèi (o il loro “dio”), vecchie e nuove, sono un inganno della mente e della pseudo-realtà nella quale ci dimeniamo, la quale genera i mostri più deleteri in risonanza con i nostri limiti percettivi e spirituali, con il nostro egoismo, sete di potere, paura, conflittualità, rabbia ecc…: il cibo preferito di religioni e dèi, parassiti del tutto alieni al progetto evolutivo dell’Essere e della Vita che prendono la forma di (o attirano per risonanza) miserabili predatori cosmici, perfette rappresentazioni, del resto, del nostro stesso famelico ego e delle sue paure. Di conseguenza tutto ciò che le religioni indicano è distorto e perverso: la giusta sofferenza, il sacrificio, devozioni e offerte, l’idea del peccato e della salvezza - comunque la si voglia chiamare - partono dall’idea che siamo peccatori, imperfetti, condannati. I loro riti, simboli, nomi, icone, alfabeti e ambizioni spirituali cui ci educano sono i modi con i quali ci coltivano, allontanandoci da noi stessi e dalla bellezza di ogni cosa. La mia spiritualità è riferita unicamente all’essere umano, alla gioia come fondamento, al piacere senza scopo come prassi, all’amore come visione e condivisione. Alla libertà. Questa è la base.

È tutto esattamente al contrario, lo capite? È “dio” che ha bisogno di noi per campare! La sofferenza non è altro che ignoranza! Così come la devozione e le rinuncia, e la morale e il “fare i bravi”: obbedire per servire e restare nel proprio angolo di schiavitù e meritare l’eterna erosione di ciò che siamo, altro che salvezza! L’unica spiritualità possibile è invece, guarda caso, quella da sempre condannata: quella del piacere assoluto dei sensi e quindi del’anima, è l’amor proprio a oltranza: egoistico? No! L’egoismo è sempre figlio del dolore, mai del piacere! E il piacere massimo che possono provare è quello condiviso con te e con tutti gli altri, senza calcolo né dovere di altruismo, ma per logico senso del piacere.

Capite? Riuscite ad accettare che siamo qui per essere felici e godere della vita? Certo, ci saranno anche i dispiaceri, la vita è complessa ed è anche una sfida esistenziale non da poco, ma la nota di base deve essere quella della gioia, unicamente quella. Ogni volta che la spiritualità – quindi l’insegnamento e la pratica spirituale, qualsiasi essa sia - viene associata in qualche modo al dolore necessario, alla sofferenza, all’espiazione, al dovere, alla colpa, al karma da scontare, al peccato e al giudizio, alla devozione e al servilismo in quanto valori intrinseci per meritare la liberazione, il perfezionamento, la salvezza e il risveglio, scappate a gambe levate! Sia essa cattolica, induista, buddhista o persino “esoterica”, è una trappola ingannevole e dalle conseguenze letali! Non è spiritualità. È strumentalizzazione, schiavitù e vampirismo. Sacrifici, adorazioni, devozione e premi di salvezza o di risveglio non hanno nulla di divino, né di sacro.

La spiritualità è piacere, godimento, celebrazione, danza, sensi, natura, gioia senza scopo, senza castighi, né premi né illuminazione né perfezione né purezza alcuna da raggiungere. Ciò da cui ci dobbiamo liberare, se mai e con fatica, è proprio la “spiritualità” del dover essere buoni e migliori, purificati, illuminati, santi e salvati perché altrimenti siamo peccatori addormentati e meritevoli di karma e sofferenza. Assieme alla smania per il "potere", queste sono invenzioni manipolatorie false e disumane che niente hanno a che fare con la vita, l’evoluzione e la coscienza che è bellezza e piacere senza distinzioni e senza limiti! La spiritualità, che è vita, non chiede altro: gioia e celebrazione. Se chiede altro, non è spiritualità. Non è Dio. La spiritualità è comunione, eros e piacere incondizionato e condiviso, tutto il resto è un inganno frustrante e tossico che genera competizione, ego e perversione, dèi alieni e affamati, religioni umilianti.

Siamo qui non per salvarci o illuminarci o per rincorrere uno o mille dèi - siano essi evanescenti o iper-reali -, ma per celebrare, meravigliarci, essere felici e conoscere, scoprire, esprimere, danzare, amarci ed amare! Mollate la presa e cominciate a cercare la via della Vita.

mercoledì 22 febbraio 2017

La spiritualità e la ricerca del miracoloso



La spiritualità non è ricerca del miracoloso. Purtroppo oggi si è sempre più portati a cercare disperatamente soluzioni al proprio esistere: risposte, prodotti, offerte, rimedi per guarire, stare meglio o, più semplicemente, per sentirsi qualcuno in una rincorsa tra problemi reali e bisogni fittizi. Si cercano soluzioni nel mondo materiale: fare soldi, avere successo, il lavoro, il tornaconto, quel certo vantaggio che ci aiuterebbe ad arrivare meglio alla fine del mese, oppure per essere più belli, seduttivi, insomma per apparire almeno decenti sul grande mercato dell’immagine.

Si cercano anche soluzioni sul piano psicologico: risolvere traumi, curare nevrosi, superare delusioni, vincere vizi e quant’altro. Tutto questo richiede tempo, impegno, denaro, energia… troppo faticoso. Allora ecco che la trovata! La spiritualità. Prendendo qui un’enorme cantonata.

Sì, perché si pensa che la spiritualità sia trovare soluzioni proprio come quando le cerchiamo sul piano materiale o psicologico, solo che nel caso della spiritualità le soluzioni sono magiche, miracolose! Le religioni salvano, gli dèi guariscono, i santi fanno miracoli, così come le moderne frontiere della new age, tra guru, sciamani, pozioni, rituali, antiche conoscenze e medicine, illuminazioni e poteri che promettono soluzioni straordinarie e ognuno troverà la sua via: ce n’è per tutti. Lo chiamano risveglio, coscienza, illuminazione, meditazione, pensiero positivo, guarigione spirituale, autoconoscenza, sviluppo delle facoltà interiori, non ha importanza, quello che si cerca, in fondo, è sempre quello: una soluzione miracolosa, potente, veloce, impensabile. Una trovata, una risposta, un rimedio, un fenomeno che ci aiuti o, al limite, che ci faccia sognare ancora un po’, che ci faccia credere in qualcosa, che ci convinca che c’è altro, che non può essere... tutto qui, tutto così.

Si crede che la spiritualità sia questo: accedere al magico, al miracoloso, a soluzioni che ci guariscano, che leniscano le nostre sofferenze o che rappresentino nuovi territori di conquista per il nostro benessere, in un modo che altre vie non possono fare.
Se la spiritualità è diventata questo, in verità, non è mai stata questo. Lo spirituale non ha nulla a che vedere con il magico e il miracoloso. Più che altro non ha nulla a che vedere con la ricerca di soluzioni, men che meno con la ricerca della bacchetta magica per ottenerle. Non ha a che fare con la ricerca di soluzioni ai nostri problemi, reali o presunti che siano, e men che meno con la ricerca della bacchetta magica per farli miracolosamente sparire. La spiritualità non ha nulla a che vedere con la guarigione, lo sviluppo di straordinari poteri o con il potere sugli altri e sulla vita.

La spiritualità non è mai stata, non è e non deve essere, ovvero non può essere, ricerca di soluzioni, anche se le si immaginasse straordinarie e miracolose. La spiritualità non fa magie, non cambia le realtà che non ci piacciono, non serve a nessuno di questi scopi. Chi così la intende (e la fa intendere) sta tradendo la dimensione umana più grande e nobile sicuramente oggi, nella sua reale accezione, sconosciuta, trascurata e in via di estinzione.
La spiritualità non è uno strumento fra i tanti – anzi, come oggi si pensa, il più meraviglioso e desiderabile – capace di regalarci soluzioni fantastiche e di sollevarci finalmente dalle nostre miserie.

La spiritualità non ha a che fare con il “risolvere”: ha a che fare con il “comprendere”. Quando avrai compreso, tu stesso, senza cercare grazie, scuse e miracoli, assumendoti pienamente la responsabilità di te stesso e delle conseguenze di ciò che hai fatto e scelto, affrontando il presente con maturità, buon senso e accettazione, saprai coraggiosamente avviarti ad un cambiamento che ti permetterà di riformulare completamente le tue domande e il tuo senso di frustrazione e di sofferenza. In quel momento, grazie ad una comprensione spirituale, potrai vedere le cose diversamente e non solo vedere soluzioni reali o i tuoi problemi sciogliersi come neve al sole, ma soprattutto saprai accettare, affrontare, prendere coscienza e crescere proprio attraverso quanto la vita, sia come conseguenza del karma, sia come conseguenza delle tue azioni di cui saprai farti responsabile, sia come naturale opportunità evolutiva, ti sta dando, anche sotto la forma, se così deve essere, di problemi e sofferenze.

Non cercare una spiritualità risolutiva, il miracolo, la magia, la trovata straordinaria: cerca di capire. Solo di capire. E inizia a cambiare. Ecco la spiritualità. Quando ti avvicini ad un libro, ad una conferenza o ad un corso di quelli che oggi vengono tanto proposti da quanti ormai hanno imparato ad usare la tanto di moda parola “spiritualità”, o “spirito” o “illuminazione” o “risveglio di coscienza”, chiediti cosa stai cercando veramente. E verifica il tono con cui queste cose ti vengono proposte. Saprai quindi se stai cercando e trovando un risveglio spirituale - che è comprensione e consapevolezza più che soluzione e conforto -, oppure se stai cercando e, spero per te, trovando una via di benessere o di risoluzione di qualche faccenda.

Va benissimo cercare soluzioni e va bene cercarle efficaci e veloci: ma non pensare che la spiritualità sia la via dei miracoli. I miracoli esisteranno anche, perché no, ma non confondiamoli con la spiritualità. La spiritualità, che non è religione né magia, non può fare altro che rimandarti a te stesso. Solo che ti insegnerà a ritrovare in quel “te stesso” una straordinaria coscienza che, a prescindere da problemi e soluzioni, da formule e poteri, da fenomeni e stravaganze, illuminerà con nuova luce la tua Vita (problemi compresi!). No: non è filosofia. Non è teologia. Né misticismo, anche se queste cose, rispetto a quanto visto finora, più se ne avvicinano. È Coscienza. E da qui non posso, non riesco, con le parole, ad accompagnarti oltre. Spiritualità è Coscienza.

mercoledì 8 febbraio 2017

La Consapevolezza Semplice

Sintesi elementare per un consapevole approccio alla ricerca spirituale



In questi ultimi due secoli abbiamo assistito ad un crescente impennarsi di una ricerca del sovrannaturale: dal revival magico con le sue alchimie, i suoi ermetismi, le sue gnosi e neo-gnosi cristiane e pagane, la lettura e rilettura dei classici d’Occidente e d’Oriente, alla parapsicologia, passando per lo spiritismo o per le tortuose vie di uno sciamanesimo sempre più psichedelico, fino alla ricerca spirituale di stampo new-age con le sue mille soluzioni ai nostri problemi esistenziali, psicologici e fisici: medicine tradizionali, visione olistica, vecchi e nuovi yoga, tantrismi, contattismi e legge d’attrazione. Oggi, tutto questo co-esiste in un palcoscenico ricco di psicologi esoterici, vecchie scuole più o meno rinate e rivisitate, una certa competizione sul purismo alimentare, il tutto sotto l’insegna di “ricerca spirituale”: risveglio, crescita, illuminazione, liberazione, felicità,  salute e benessere. L’infarcitura complottista completa un complesso quadro di riferimenti: ce n’è per tutti i gusti. Ecovillaggi e comuni hanno fatto il loro tempo: l’individualismo la fa ancora da padrone. Tante belle persone di buona volontà, tanti ingenui, tanti furbetti. E il mercato detta, come sempre, le sue leggi.

In fondo, se ci pensiamo un attimo, tutto questo nacque nella notte dei tempi per lo stesso motivo per cui ancora oggi funziona: la paura della morte, della sofferenza, dell’incertezza.

La “spiritualità” dovrebbe non già lenire queste paure, offrendo consolazioni, speranze e promesse di salvezza, ma dissolverle alla luce di una Conoscenza - una Gnosi - cioè di una più autentica consapevolezza della natura dell’esistente: dove non esiste morte, non esiste perdita, la sofferenza è causata dall’ignoranza e dall’attaccamento e l’incertezza è da viversi come gioco esistenziale all’insegna della ri-evoluzione della coscienza di un eterno e immutabile Essere dal quale tutto origina, che tutto è e permea, al quale ogni cosa si rifà.

Questo è il risultato filosofico di tutte le correnti autenticamente spirituali: tutto è e sempre sarà. Noi siamo un transito di questo Essere attraverso la vita che lo afferma e evolve. Godiamoci lo spettacolo. Da qui l’etica conseguente: che questo transito sia bello, gradevole, gioioso, ricco di amore per la vita, per gli altri che siamo noi stessi, rendendo omaggio alla nostra natura assoluta, quindi divina, impostando relazioni armoniche e sensate senza paura di nulla perché nulla siamo e tutto siamo a prescindere.

La vita come danza e serena celebrazione.

Le grandi Spiritualità di tutti i tempi hanno consegnato all’Uomo questa conoscenza, fornendo – pur attraverso diversi e complessi miti – una consapevolezza semplice, elementare. Una concezione diretta e precisa: in fondo le “pratiche” servivano solo per creare le condizioni più adatte in noi (il silenzio, l’ascolto, l’intuizione) per poterla recepire e quindi regolarci di conseguenza. Tolti i veli dai nostri occhi e dalla nostra anima, l’Uomo poteva esercitare più sottili facoltà che lo rendevano sano e adatto per celebrare l’avventura dell’esistenza transitoria.
Sono convinto che un tempo le cose stavano così: personalmente mi piace credere in un’antica Età dell’Oro.

Cosa ruppe (e cosa rompe) questa coerenza? Cosa, ancora oggi, ci fa stare male, impostare relazioni conflittuali, gareggiare, lottare e quindi soffrire, ammalare e temere la morte? E quindi vivere una vita inconcludente, come bestie,  oppure smarrire in mille rivoli, teorie e pratiche “spirituali” perdendone il senso? Perdendone il principio sopra in poche parole riassunto?

È un virus. Un virus spirituale.

Dobbiamo tenere presente che la spiritualità, ovvero la concezione che abbiamo del mondo, nella quale crediamo, stabilisce tutto il resto: i nostri valori, la morale, la società, quindi la politica, l’economia, la vita di tutti i giorni.

È stata una spiritualità a inocularci il virus di una falsa conoscenza, per la quale non tutto è Assoluto. Non tutto è Dio. Non tutto è divino. Ci ha convinto che noi siamo superiori, che l’essere umano ha più diritti. Che l’essere umano non è Dio, ma è il preferito di Dio. Che ci sono cose che hanno più valore di altre. Che non tutto è Assoluto o Relativo allo stesso modo: ci sono cose più assolute e cose più relative. Ecco il virus.

Da quel momento abbiamo cominciato a lottare, a stare male, a distruggere, a distruggerci, a generare e a temere l’indigenza, a genere e a temere la diversità, la sofferenza e la morte.
Difficile ora riprendersi dopo generazioni e generazioni, dopo secoli e secoli, millenni, di questa malattia. Difficile ora recuperare il senso semplice della consapevolezza spirituale, difficile metterlo in pratica, difficile perfino comprenderlo perché siamo così intossicati nel corpo, nella mente e nello spirito.

Oggi proliferano teorie e tecniche per la liberazione e l’illuminazione, ma attenzione: queste teorie e queste tecniche, se non vissute alla luce di quella consapevolezza semplice, non ci disintossicheranno affatto, anzi replicheranno ansia e confusione. Non ci guariranno, ma si faranno collezione di rimedi rincorsi alla ricerca di lenitivi  ad una sofferenza che non verrà risolta alla luce di una consapevolezza ritrovata, di una conoscenza riaffermata, ma stordita da sedativi (pubblicità, consumismo, bella vita, veline e calciatori) o da droghe (da quelle chimiche a quelle esistenziali: il carrierismo e l’affermazione dell’ego, sia esso materialista o spiritualista).

La sintesi di tutte le dottrine meritevoli, antiche e precedenti l’avvento di quel virus, direi anzi immuni ma inascoltate per via della nostra comoda e avvincente presunzione di superiorità concessaci dal nuovo onnipotente “Dio”, è rintracciabile dappertutto, ed è tremendamente semplice: noi siamo Assoluto. Tutto lo è. Non c’è nascita, né morte, né ci sarebbe sofferenza se non la creassimo per via della nostra ignoranza, che genera paura e attaccamento. Fine. Questo è. Da questa sintesi consegue l’etica della vita come celebrazione, danza, gioia, opportunità di scoperta e di evoluzione, di emozione; sentimento e creatività, buone relazioni e amore e ogni incertezza sarebbe fonte di giocosa voglia di sperimentarsi e rinnovarsi, senza paura alcuna perché non vi è nulla che possa davvero compromettere ciò che siamo (e che abbiamo) in quanto implicito nella nostra natura Reale.

E allora non ci sarà bisogno di cure, pratiche, tecniche per liberarci e risvegliarci, perché alla luce di quella consapevolezza non siamo schiavi di nulla, né addormentati. La vita è la nostra pratica spirituale nel momento in cui fluiamo in essa liberi dal virus della dualità. Parteciperemmo così al grande “gioco delle parti” interpretando mille ruoli, personaggi e recite, inventando mille maschere colorate e divertenti, confrontandoci con le mille diversità – e avversità – nelle quali apparentemente l’Assoluto si frantuma, partecipando con convinzione giusto per vedere che succede, per scoprire nuove vibrazioni, per imparare ad amare questo circo di fenomeni senza tuttavia mai crederci davvero.

Puntate dunque all’essenza della spiritualità: e poi guarite dall’oblio, dal sonno, dall’impotenza e prendetevi cura di voi stessi, della vostra capacità di radicare bene nel profondo questa consapevolezza e tradurla nella vostra vita (per lo meno pensando a voi stessi, dato che l’umanità nel suo insieme è così compromessa, eppure con la speranza che il vostro lavoro interiore saprà inoculare, per via di misteriose rispondenze, un potente anti-virus in tutto il sistema).

Praticate le vostre discipline disintossicanti preferite, scopritene di antiche, inventatene di nuove ma ricordate l’essenza: risvegliate in voi quella consapevolezza semplice di essere Assoluto.