mercoledì 22 febbraio 2017

La spiritualità e la ricerca del miracoloso



La spiritualità non è ricerca del miracoloso. Purtroppo oggi si è sempre più portati a cercare disperatamente soluzioni al proprio esistere: risposte, prodotti, offerte, rimedi per guarire, stare meglio o, più semplicemente, per sentirsi qualcuno in una rincorsa tra problemi reali e bisogni fittizi. Si cercano soluzioni nel mondo materiale: fare soldi, avere successo, il lavoro, il tornaconto, quel certo vantaggio che ci aiuterebbe ad arrivare meglio alla fine del mese, oppure per essere più belli, seduttivi, insomma per apparire almeno decenti sul grande mercato dell’immagine.

Si cercano anche soluzioni sul piano psicologico: risolvere traumi, curare nevrosi, superare delusioni, vincere vizi e quant’altro. Tutto questo richiede tempo, impegno, denaro, energia… troppo faticoso. Allora ecco che la trovata! La spiritualità. Prendendo qui un’enorme cantonata.

Sì, perché si pensa che la spiritualità sia trovare soluzioni proprio come quando le cerchiamo sul piano materiale o psicologico, solo che nel caso della spiritualità le soluzioni sono magiche, miracolose! Le religioni salvano, gli dèi guariscono, i santi fanno miracoli, così come le moderne frontiere della new age, tra guru, sciamani, pozioni, rituali, antiche conoscenze e medicine, illuminazioni e poteri che promettono soluzioni straordinarie e ognuno troverà la sua via: ce n’è per tutti. Lo chiamano risveglio, coscienza, illuminazione, meditazione, pensiero positivo, guarigione spirituale, autoconoscenza, sviluppo delle facoltà interiori, non ha importanza, quello che si cerca, in fondo, è sempre quello: una soluzione miracolosa, potente, veloce, impensabile. Una trovata, una risposta, un rimedio, un fenomeno che ci aiuti o, al limite, che ci faccia sognare ancora un po’, che ci faccia credere in qualcosa, che ci convinca che c’è altro, che non può essere... tutto qui, tutto così.

Si crede che la spiritualità sia questo: accedere al magico, al miracoloso, a soluzioni che ci guariscano, che leniscano le nostre sofferenze o che rappresentino nuovi territori di conquista per il nostro benessere, in un modo che altre vie non possono fare.
Se la spiritualità è diventata questo, in verità, non è mai stata questo. Lo spirituale non ha nulla a che vedere con il magico e il miracoloso. Più che altro non ha nulla a che vedere con la ricerca di soluzioni, men che meno con la ricerca della bacchetta magica per ottenerle. Non ha a che fare con la ricerca di soluzioni ai nostri problemi, reali o presunti che siano, e men che meno con la ricerca della bacchetta magica per farli miracolosamente sparire. La spiritualità non ha nulla a che vedere con la guarigione, lo sviluppo di straordinari poteri o con il potere sugli altri e sulla vita.

La spiritualità non è mai stata, non è e non deve essere, ovvero non può essere, ricerca di soluzioni, anche se le si immaginasse straordinarie e miracolose. La spiritualità non fa magie, non cambia le realtà che non ci piacciono, non serve a nessuno di questi scopi. Chi così la intende (e la fa intendere) sta tradendo la dimensione umana più grande e nobile sicuramente oggi, nella sua reale accezione, sconosciuta, trascurata e in via di estinzione.
La spiritualità non è uno strumento fra i tanti – anzi, come oggi si pensa, il più meraviglioso e desiderabile – capace di regalarci soluzioni fantastiche e di sollevarci finalmente dalle nostre miserie.

La spiritualità non ha a che fare con il “risolvere”: ha a che fare con il “comprendere”. Quando avrai compreso, tu stesso, senza cercare grazie, scuse e miracoli, assumendoti pienamente la responsabilità di te stesso e delle conseguenze di ciò che hai fatto e scelto, affrontando il presente con maturità, buon senso e accettazione, saprai coraggiosamente avviarti ad un cambiamento che ti permetterà di riformulare completamente le tue domande e il tuo senso di frustrazione e di sofferenza. In quel momento, grazie ad una comprensione spirituale, potrai vedere le cose diversamente e non solo vedere soluzioni reali o i tuoi problemi sciogliersi come neve al sole, ma soprattutto saprai accettare, affrontare, prendere coscienza e crescere proprio attraverso quanto la vita, sia come conseguenza del karma, sia come conseguenza delle tue azioni di cui saprai farti responsabile, sia come naturale opportunità evolutiva, ti sta dando, anche sotto la forma, se così deve essere, di problemi e sofferenze.

Non cercare una spiritualità risolutiva, il miracolo, la magia, la trovata straordinaria: cerca di capire. Solo di capire. E inizia a cambiare. Ecco la spiritualità. Quando ti avvicini ad un libro, ad una conferenza o ad un corso di quelli che oggi vengono tanto proposti da quanti ormai hanno imparato ad usare la tanto di moda parola “spiritualità”, o “spirito” o “illuminazione” o “risveglio di coscienza”, chiediti cosa stai cercando veramente. E verifica il tono con cui queste cose ti vengono proposte. Saprai quindi se stai cercando e trovando un risveglio spirituale - che è comprensione e consapevolezza più che soluzione e conforto -, oppure se stai cercando e, spero per te, trovando una via di benessere o di risoluzione di qualche faccenda.

Va benissimo cercare soluzioni e va bene cercarle efficaci e veloci: ma non pensare che la spiritualità sia la via dei miracoli. I miracoli esisteranno anche, perché no, ma non confondiamoli con la spiritualità. La spiritualità, che non è religione né magia, non può fare altro che rimandarti a te stesso. Solo che ti insegnerà a ritrovare in quel “te stesso” una straordinaria coscienza che, a prescindere da problemi e soluzioni, da formule e poteri, da fenomeni e stravaganze, illuminerà con nuova luce la tua Vita (problemi compresi!). No: non è filosofia. Non è teologia. Né misticismo, anche se queste cose, rispetto a quanto visto finora, più se ne avvicinano. È Coscienza. E da qui non posso, non riesco, con le parole, ad accompagnarti oltre. Spiritualità è Coscienza.

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