lunedì 5 settembre 2016

Io, Carlo Dorofatti, a quali bisogni rispondo? Cosa ho da dire? Cosa ho da dare?


Da tanti, tanti, anni studio, faccio ricerche e vivo esperienze che riguardano quel fondamentale sapere - causa, principio e fine – e quell’indispensabile consapevolezza interiore e profonda che per me sono, molto più che indagine di facoltà e poteri, domanda di senso, ricerca etica, soluzione all’esistere.
L’esoterismo, la metafisica, la filosofia, talune ricerche di frontiera (ad esempio archeologiche o ufologiche), l’indagine di una sensibilità altra, la ricerca di misteriosi “saperi” altro non sono stati che mezzi, incontri, a volte insidie, del tutto secondari, per quanto affascinanti e spesso di grande apertura e stimolo. Sono un ricercatore libero, che si è fatto da solo la sua cultura (non ho fatto il classico e non sono laureato: sono un ragioniere se proprio vogliamo specificarlo, quindi non chiamatemi professore, dottore né tanto meno maestro). Sono libero e indipendente. E amo condividere la mia esperienza: amo studiare e scoprire. Amo insegnare, per quello che posso. Amo il dialogo, il confronto, lo scambio, il convivio.  Tengo molte conferenze, conduco incontri e gruppi di meditazione, faccio formazione attraverso i corsi dell’Accademia che ho fondato.

A chi mi rivolgo? A quale bisogno intendo rispondere o, per lo meno, che penso di saper prendere in considerazione? A quali risoluzioni posso contribuire?

Posso guarirti? No. Non posso guarirti.
Posso rivelarti il futuro? No.
Posso dirti chi eri nelle vite precedenti? No.
Posso rivelarti il mistero della vita e dell’universo? No. Non posso fare neanche quello.
Posso risolvere i tuoi problemi? No. Non posso farlo.
Posso risvegliare in te poteri soprannaturali? No.
Posso spiegarti il soprannaturale? No.
Sono dotato di poteri soprannaturali? Certo che no.
Posso farti vivere grandi esperienze, produrre fenomeni e suggestioni? Certo. Ma non chiedermelo: non lo faccio.
Posso consolarti per i tuoi dolori e le tue sofferenze? Sì. Quello lo posso fare. Ma non posso risolverti i problemi. Non posso evitarteli. Non posso toglierti il dolore e la sofferenza. Non posso darti o prometterti una vita felice.
Posso trasmetterti conoscenze e tecniche di consapevolezza? Sì, ma non è quello il punto. Non è il punto centrale del mio ruolo.

Sai cosa posso fare?
Posso darti uno “sguardo”.

Cioè posso darti un modo di guardare le cose: di guardare te stesso, la vita, il mondo. Ecco cosa posso darti: un nuovo sguardo, un modo diverso di vedere. Posso darti un modo di vedere le cose, un modo che possiamo definire spirituale. Un modo di guardare che ispirerà un’etica di vita, una possibilità di scelta, un orientamento esistenziale volto a ciò che potrà diventare volontà di bene, di giustizia e di amore. E da lì – secondo il tuo sentire – potrai fare la tua parte: pur soffrendo, pur attraversando mille difficoltà, vivendo la bellezza così come la tragedia del mondo, saprai fare la tua parte come Uomo, come Donna, come Essere Umano capace di intelligenza, coscienza e trascendenza, trovando senso, dando senso a questa vita materiale così ambigua eppure gravida di senso e di bellezza, andando oltre i veli dei sensi, oltre le illusioni del corpo, della mente e della morte. Senza paura della sofferenza. Senza paura dell’incertezza. Niente zuccherini: accettiamo pienamente questa “passione”, così evidente ed insistente al di là di qualsiasi sofisma, ma che è il dischiudersi di una fioritura nella quale, come è stato rivelato, possiamo e dobbiamo credere. Che, anzi, dico io, possiamo determinare!


Ecco a cosa rispondo. Rispondo al bisogno di vedere: non di potere. Non di felicità, guarigione e prosperità. Ecco cosa ritengo possibile darti: posso dotarti di uno sguardo. Di un vedere che ti doni la forza di una rinnovata fede, come fiducia nell’umanità e nel mondo. Come fiducia nel senso della tua Vita.