lunedì 3 novembre 2014

Conferenze in Silenzio: una sfida per la mente.


Le conferenze - sui più diversi temi della ricerca e dell’esperienza spirituale - dopo un’essenziale premessa di qualche minuto, le terrò in silenzio.

Questa peculiare modalità sarà sempre più frequente nelle mie “conferenze”, mentre i seminari pratici seguiranno necessariamente un approccio tradizionale, tuttavia strettamente attinente alla pratica nello specifico trasmessa, riducendo le parole al minimo indispensabile.

Quello che mi sentivo di dire a parole l’ho detto, abbondantemente. Ho scritto libri. Ho tenuto centinaia di conferenze, filmate, messe online, a disposizione. In linea più generale credo che quello che doveva e poteva essere detto è stato detto, scritto, ribadito in mille modi. Non c’è nulla da aggiungere: ripetere o pensare di dover aggiungere altro sarebbe solo inutile,controproducente. Tutto è stato scritto. Tutto è stato detto e ridetto. Basta saper leggere, studiare, ascoltare, comprendere. Il tempo delle parole è finito. Con le parole si può convincere di tutto e del contrario di tutto. Si può giocare all’infinito. È decisamente giunto il momento di essere, di fare, di comprendere ad un livello diverso. È il momento di “sentire”. Di applicare. Di vivere veramente. Incontriamoci nel Silenzio: è l’unica possibilità per comunicare in modo autentico, reale, attraverso la forza della presenza, che è vibrazione, intuizione, vero incontro. Il tempo delle parole è finito.

venerdì 19 settembre 2014

Tzaddi non è la Stella!


Non ero un patito di Astrologia. Al tempo dei miei primi studi, tutte quelle intricate e controverse corrispondenze – che dovrebbero servici per comprendere i criteri con i quali la realtà intelaia eventi e cose – mi risultavano ancora piuttosto arcane: numeri, lettere ebraiche, segni zodiacali, elementi alchemici, simboli. Del resto parliamo di tanti anni fa. Tuttavia, quando lessi per la prima volta il Liber Al vel Legis, e giustamente lo misi subito a maturare in un cassetto per qualche anno, ebbi la spontanea, quanto incomprensibile, sensazione di un grande sollievo. Sì perché nel 57mo versetto del primo libro, Nuit rivela che: “Tutte queste vecchie lettere del mio libro sono corrette, ma Tzaddi non è la Stella”. In quel momento era come se qualcuno mi avesse detto: “Ragazzo, studia pure tutto quello che vuoi, ma guarda che, in fin dei conti, Tzaddi non è la Stella!”, cioè: “… non stare a friggerti troppo il cervello, perché le cose stanno cambiando. Non ci saranno più schemi, dottrine e tabelline da imparare a memoria: ci sarà da buttare tutto giù!”. Questo è quello che mi arrivò. Quello che capii. Che sentii.

Ancora qualche anno fa, il solo ricordo di tale mia impressione mi faceva vergognare di me stesso: anche perché c’erano già in giro un sacco di svarionati new age e l’idea di questa apertura ad una sensibilità così spontanea, personale, magari ignorante, mi dava il voltastomaco. Poi incominciai a capire che il voltastomaco me lo davano gli svarionati, ma non il concetto di un nuova sensibilità da risvegliare, legittimamente, doverosamente: la “Nuova Era” era una realtà, lo sentivo dentro di me. Era un varco “tra queste vecchie lettere”, che, pur corrette, andavano cambiate, anzi trascese.

Quindi, dopo aver imparato tutte le attribuzioni, tutti i simboli, le corrispondenze e le versioni dei Tarocchi e un po’ di tutto quanto il resto, dai glifi medievali che giunsero dal Medio Oriente fino ai Visconti-Sforza, da Levi, alle scuole francesi, dall’avanguardia inglese alla Gnosi samaeliana, fino ad Aleister “bum-bum” Crowley, spaccandomi la testa tra gematria, asimmetrie e doppie asole (e non chiedetemi di spiegarvi di cosa parlo!), oggi apprezzo con rinnovato entusiasmo quella illuminante sensazione di libertà. Lo capite? Siamo nella Nuova Era! Possiamo finalmente ripigliarci! Perché? Ma, perché Tzaddi, non è la Stella! Non può esserlo. Ed ecco il messaggio che voglio condividere con voi in questo articolo: Voi siete la Stella. Tu sei la Stella! Capisci? Lo senti? Tu sei il tuo Sistema, la Tua Legge: tu sei la Via. A patto che tu riesca ad essere davvero Tu, e non i tuoi svarioni, ok?

Se siamo davvero sull’onda della Nuova Era, possiamo permetterci di “liberarci” dalle “vecchie lettere”, ma, non dimentichiamolo, queste vecchie lettere “sono corrette”: vanno conosciute e svelate. Non è solo una questione di sensibilità personale, molto new age, perché a quel punto, se fosse sono una questione di sensibilità intuitiva, per divinare e comprendere noi stessi potremmo usare i Tarocchi così come l’elenco telefonico di Roma. Se, invece, parliamo di Tarocchi dobbiamo capire che, prima di tutto, non parliamo (solo) di uno strumento divinatorio: non nascono per essere quello.

I Tarocchi sono un Sistema per rappresentare e comprendere la Realtà. Una Realtà peraltro dinamica e complessa, nella quale siamo coinvolti e impastati totalmente. Nei Tarocchi convergono i più mirabili tentativi (o le più divine delle rivelazioni) per comprendere tutto quanto: non banalizziamo una così grande, riducendola a una moda, per fare i cartomanti della domenica. Nei Tarocchi c’è tutto: del resto, è il Libro di Thoth! E se vuoi parlare di Tarocchi allora, bello mio, comincia a studiare… altrimenti, vai tranquillo con l’elenco telefonico di Roma.

Tuttavia - e qui potrei sembrare contraddittorio -, dico che, adesso, potremmo permetterci di più, anzi di meno: possiamo recuperare il senso delle cose in un modo nuovo, diverso, diretto, effettivamente… libero. Siamo noi la Stella. Possiamo crederci: il Sistema siamo noi, istante per istante.

Ogni Uomo, ogni Donna, è una Stella: ma, non è una questione di “pari opportunità”, ma, ovviamente, di pari dignità e sacralità di ruoli che sono diversi, di storie e vicende che sono diverse. Quel cammino, pertanto, è molto più quello dell’Uomo che non quello della Donna, sebbene ogni donna farà sì che il proprio maschile contenuto lo persegua, ma non complichiamoci troppo la vita in inutili sofismi. Non mi disturba affatto se lo storico mazzo dei Tarocchi (francese) risulta asimmetrico, cruccio che infastidiva gli esoteristi inglesi: infatti, soprattutto se consideriamo la circolarità della lettura, la simmetria c’è, ma non è evidente su questo piano, poiché la Donna vibra su altri livelli, mentre i Tarocchi raccontano, effettivamente, una storia maschile. Il bilanciamento proposto da Crowley forse non è un bilanciamento, ma l’inizio di uno spostamento dell’asimmetria: uno spostamento non tanto dal maschile verso il femminile, come bilanciamento di ruoli, ma, piuttosto, di natura eonica, ovvero dal principio solare a quello stellare, in tensione verso gli archetipi dell’Acquario. In effetti, mentre le scuole Inglesi risolvevano la questione della presunta asimmetria ricollocando Giustizia e Forza (invertendone la posizione) coerentemente con la sequenza astrologica, la scelta di Crowley di mantenere l’asola, anzi di crearne due, conservando però la Giustizia (l’Adattamento) nell’ottava posizione, è indicativa.

Nuova Era significa rinnovamento dei paradigmi. Ma, forse, questa Nuova Era potrà significare emancipazione da tutti paradigmi: saremo pronti a liberarci? A portare il distillato oltre la Soglia? Ad esprimere veramente qualcosa di nuovo, che sia espressione di una risvegliata sensibilità creativa, autodeterminata, libera, coraggiosa, senza per questo ricoverare i soliti vecchi schemi rimodellati su di un sentire che è solamente pigro e cieco?

Eccoci nuovamente a riconciliare in noi gli estremi: conoscenza e sentimento, osservazione e creazione, azione e non-azione. Potremo - e dovremo - superare tutte le strutture e tutti i metodi: non per farne di nuovi, ma per essere noi, ognuno di noi in quanto Stella, la struttura e il metodo vivente, capaci di rinnovarsi istante dopo istante, sereni e fieri di una maturità che ci farà essere veramente dèi. Anzi, Uomini e Donne dell’Era d’Acquario, anche se dall’acquario si tratterà di saltar fuori: se trasformiamo le branchie in polmoni, le pinne in ali.

Immagino ognuno disegnare il suo mazzo di Tarocchi, che racconteranno la sua storia, la storia di un dio che manifesta mondi e occasioni di coscienza, che disegna nuova simboli e percorre nuove geometrie e nuove orbite.

venerdì 22 agosto 2014

Un Monastero per la Grande Opera



Dopo che ho fatto circolare la voce su di un certo monastero in vendita, quasi per gioco ma facendo seguito ad una riflessione e ad un sogno che da tempo con il Gruppo di Meditazione ACOS stiamo rimuginando a più riprese, alcune persone mi hanno chiesto come mai l’idea di un borgo o, addirittura, di un monastero.

Prima di tutto, lo sapete, ribadisco la centralità dell’individuo nel suo percorso di realizzazione esistenziale e spirituale. E, tuttavia, ribadisco l’importanza del contesto sociale e, più precisamente, del “gruppo” come momento di confronto, condivisione, relazione e reciproco arricchimento. Così come affermo che la “Via”, più o meno solitaria, può essere vissuta in ogni luogo e tempo, ma, tuttavia, affermo anche che certi luoghi e certi tempi possono favorire enormemente la sostenibilità e lo sviluppo di un cammino di conoscenza e di esperienza interiore.

Quali sono le possibilità “realizzative” di cui parlo, per l’individuo di per sé e insieme agli altri, ovunque eppure da esplorarsi meglio in un contesto esistenziale più specifico? E come un contesto sociale “mirato”, creato ad hoc, può aiutare nel perseguire tali possibilità, che ognuno di per sé (e per sé) potrebbe realizzare?

La seconda parte della domanda è intuitiva: un contesto mirato, per molti aspetti calato in una visione per lo più condivisa, che conduce ad uno stile di vita vibrante su di una certa comune scelta, è evidentemente di grande aiuto, sia in termini pratici (come sollievo dalle vicissitudini mondane, grazie alla cooperazione in gruppo), sia in termini umani (nel valore dell’Amicizia), sia in termini disciplinari (come maggior possibilità di dedizione a pratiche,  discipline e regimi entro uno spazio-tempo meno dispersivo e fuorviante).
La prima parte della domanda, relativa allo scopo di tutto questo, mi permette, in poche parole, di centrare il motivo stesso dell’esperienza esoterica e spirituale di ogni tempo e luogo: la Rinascita e la Reintegrazione evolutiva nella Sorgente. Questo è: attraverso l’Amore, la consapevolezza, la conoscenza, la saggezza, tutto quello che volete. Ma, questo è.

Tale realizzazione implica tre fasi che, progressivamente, per loro natura, trascendono ogni possibile descrizione in quanto vanno oltre le logiche ordinarie della nostra mente, del nostro corpo, dei nostri istinti, della nostra attuale natura e realtà fisica spazio-temporale.

Possiamo però tentare di descrivere qualche elemento, che di fatto costituisce il fondamento del “metodo” esoterico, ovviamente restituendo al termine “esoterismo” la sua dignità e nobiltà autentica che non ha nulla a che vedere on la ricerca del potere, del controllo sulla realtà e sugli altri e quant’altro svilisce e fuorvia dalla nobiltà dello Spirito.

     Le tre fasi possono dunque essere definite in questo modo: 

     1. disintossicazione e recupero della propria natura/esistenza umana reale,
     2. risveglio di coscienza e vita sul piano dell’esperienza evolutiva,
     3. reintegrazione… e oltre.

Tali processi implicano:

     1. una completa e definitiva emancipazione dai vincoli e dalle necessità della natura animale;
     2. l’esistenza in quanto uomini e donne nell’espressione di un livello di vita coerente con la natura divina e con il progetto di quel livello di coscienza, ove la partecipazione ai fenomeni sensoriali non è identificazione e vincolo, bensì libera esplorazione artistica della vita, del bello e del piacere;
     3. e, finalmente, l’osmosi con e nel il Tutto, sempre e ovunque, per cui è inutile tentare qualsiasi descrizione.

L’emancipazione dai vincoli animali, la fase iniziale e più vicina alla nostra comprensione attuale, significa molte cose, fra le quali, in termini molto pratici:

     1. la disintossicazione e la disidentificazione psico-fisica,
     2. il recupero della nostra manifestazione/vibrazione esistenziale reale sui piani di realtà al nostro livello di coscienza potenziale.

Disidentificarsi dall’illusione attuale in primis, ma anche dai processi naturali e animali, significa riconsiderare radicalmente il rapporto con l’attuale (pseudo-)realtà. Certo, prima di tutto risolvere le nevrosi dell’ego, ma poi sollevarsi pure dall’animalità e dall’umanità così come oggi la intendiamo: emanciparsi dalle necessità animali, poiché noi non siamo quello.

Ad esempio: emanciparsi dalla necessità di assorbire energia e nutrimento vitale attraverso il processo del cibarsi, che invece può rimanere come esperienza sensoriale del gusto e dell’olfatto in termini di celebrazione artistica ed esperienza spirituale, ma non perché ne dipendiamo per vivere. Di fatto noi ci nutriamo non tanto perché acquisiamo proteine, carboidrati, vitamine e quant’altro dal cibo, ma perché ci nutriamo dell’energia vitale presente in esso, tra atomo e atomo (energia nucleare debole). Potremmo nutrirci di questa energia estraendola direttamente dalla luce, attraverso il sole, l’aria, il prana.

Un altro esempio: emanciparsi dalla necessità di manifestarci e procedere verso la nostra esperienza vitale attraverso la riproduzione animale. L’Essere Umano si “manifesta”. A questo punto l’esperienza erotica e sessuale non è necessariamente funzionale all’istinto riproduttivo e alla perpetuazione della vita animale, ma all’esperienza sensoriale del piacere, in quanto la nostra manifestazione riguarda dinamiche di concepimento superiori e non fisiche così come oggi le intendiamo.

Altri esempi ancora: emanciparci dalla dipendenza del sonno, che diventa l’arte del sognare. Emanciparci dalla necessità di nascere e morire, che diventa invece continuità di coscienza dimensionale tra stati diversi del possibile.

Ottenere questi risultati, che sono poi l’essenza dell’indagine esoterica, magica e mistica, è molto difficile, ma non impossibile, dato che sono insiti nella nostra natura superiore. Oggigiorno, è quanto mai auspicabile farlo entro un contesto nel quale ognuno possa trovare lo spazio e il tempo – senza per questo rinunciare alle necessità ordinarie ma dipendendone sempre meno – per dedicarsi completamente alla Grande Opera, che esige studio, silenzio, pratica e disciplina, ma soprattutto l’affrancarsi dalle interferenze, dalle necessità e dai rumori mondani. Un contesto “dedicato” permette di ottenere questo sicuramente con più facilità e agio. Un contesto, quindi, che non è da vedersi come un gruppo o una comunità, sebbene ne assuma le forme, ma come una strategia per permettere all’individuo di lavorare su se stesso risolvendo il più possibile, grazie alla cooperazione, le proprie problematiche materiali, burocratiche, lavorative e di sopravvivenza e, anzi, massimizzando il piacere della relazione entro un contesto “in sintonia”, non per privarsi della relazione a 360 gradi, ma per sfoltire quanto di inutile (riconosciamolo senza troppi sofismi!) nelle relazioni sociali condizionate inevitabilmente troviamo e generiamo.

Più che una comunità, io ho sempre parlato di un borgo: questo per rispettare le necessità di privacy delle persone. È anche vero che l’impostazione del “monastero”, anche se ci rimanda all’idea cattolica o buddhista che dobbiamo superare, la ritengo molto efficace e ho molto chiara in me l’idea di come applicarla alla concezione sopra descritta di “contesto mirato”. È qualcosa di assolutamente nuovo, che però affonda le sue radici in qualcosa di molto antico, di cui dobbiamo ritrovare l’archetipo originale. Il “borgo-monastero” è qualcosa di fattibile, sempre tenendo presente, come premessa irrinunciabile, la necessaria maturità spirituale di chi popolerebbe tale progetto all’atto pratico.

Detto questo, ritengo dunque che tutto quello di cui ho parlato si possa fare, se intendiamo onorare la nostra vera natura e quindi, semplicemente, FARLO in quanto priorità, anzi, unica cosa vera e reale della nostra esistenza. Tutto il resto è vanità. Se capiamo questo, abbiamo recuperato il concetto concreto, eroico e totalizzante di esoterismo, di magia e di spiritualità. Ovvero, della Vita. Se capiamo questo, abbiamo capito tutto.


Non ci può essere nella nostra mente e nel nostro cuore altra priorità se non questa, anche perché tutto il resto prenderà forma e autenticità solo in funzione di questa affermazione di realtà, oltre ogni illusione.


lunedì 18 agosto 2014

Potete aiutarmi


Ricevo molti riscontri positivi per quello che faccio e vi ringrazio tutti. 

SE VUOI PUOI DARMI UNA MANO: qui a fianco c'è il tasto "Donazione". 

Darmi una mano significa permettermi non solo di continuare a fare quello che faccio, ma aiutarmi a sviluppare meglio la ricerca, la divulgazione, la formazione e magari potrai permettere la realizzazione di progetti sempre più belli e utili. 

Sì, questo è anche un appello a tutti quei sostenitori, mecenati, filantropi che sentono di voler sostenere nobilmente qualcosa che rappresenta ciò in cui essi stessi CREDONO.

Si possono fare tante cose: potete aiutarmi.
Grazie.

martedì 12 agosto 2014

Vacanze, gite e visite guidate ACOS


Cari Amici,

Vi informo che come Accademia ACOS stiamo mettendo a punto una lista di destinazioni, per lo più in Umbria e nel Lazio, senza dimenticare il Museo Egizio di Torino da molti richiesto, da esplorare, organizzando gite, visite guidate, escursioni e, perchè no?, "vacanze magiche".

Si tratta di individuare siti di interesse storico-archeologico, ma anche - se non in certi casi soprattutto - significative dal punto di vista esoterico, ovvero caratterizzate da particolari "energie", vuoi per la loro sacralità, vuoi per le caratteristiche geobiologiche del nostro pianeta.

Sono luoghi dove potremo non solo trattare certi argomenti specifici, ma anche meditare e praticare esercizi che risultano particolarmente favoriti da quel tipo di luogo e dalla sua peculiare energia.

Per il momento i "nostri" luoghi prediletti sono:
- Bomarzo, con il Sacro Bosco e i dintorni;
- Monte Subasio
- Cesi, S. Erasmo, Torre Maggiore
- Monteluco
- Il Sacro Speco di S. Urbano
- Capodimonte
- La grotta di Marta (Lago di Bolsena)
- Santa Severa, il Castello
- i Monti Sibillini
- il Monte Amiata
- il Terminillo
- Monte Corvino
- Cave di Pitigliano

 L'esplorazione è incessante e troveremo sicuramente altri luoghi straordinari, magari non necessariamente quelli più noti, ma quelli che meglio rispondono alle nostre esigenze esplorative.

Le "gite" si fanno per lo più in giornata. Tuttavia, per l'anno prossimo, stiamo organizzando più giorni di "vacanze magiche": vi terrò informati.

Seguite sempre gli eventi, caricati sul sito dell'Accademia ACOS : www.accademiaacos.it

Un abbraccio
CARLO

giovedì 24 luglio 2014

Il mio PODCAST



Da qualche settimana ho creato un PODCAST.

L'ho intitolato CARLO DOROFATTI RISPONDE.
Lo trovate qui: http://carlodorofatti.podbean.com/

Non è che voglio fare un call center spirituale, ma semplicemente l'idea nasce dal fatto che ricevo molte domande e osservazioni via email o via chat e mi sembra riduttivo rispondere in maniera così arida e limitata tramite una mail o la chat di un social network...

Così ecco che raccolgo le varie domande e rispondo con calma, dedicando ai vari argomenti il tempo che meritano, non tanto per "rispondere", perchè non è quella la priorità (lo sapete), ma per comunicare in maniera più fluida, a volte rispondendo, a volte non rispondendo ma portando ulteriori idee e spunti di riflessione, a volte condividendo la mia esperienza personale e, se posso, dando qualche suggerimento. Tutto qui. Penso di fare cosa utile e gradita.

Spesso anche chi fa corsi e seminari con me sente poi l'esigenza di approfondire qualche dettaglio o chiedere un chiarimento.

Mandatemi pure le vostre riflessioni o domande a info@carlodorofatti.com

Non mandatemi email lunghissime con il racconto dei vostri sogni e chiedendomi di interpretare le vostre esperienze personali, magari medianiche o astrali ecc... Non faccio questo tipo di consulti, nè entro nel merito terapeutico.

Un abbraccio



giovedì 3 luglio 2014

Creare una nuova realtà?


Siamo un bel gruppo. Sentiamo importante quello che stiamo facendo e sentiamo che può nascere qualcosa di ancora più significativo. Come possiamo creare una realtà nuova, bella? Una comunità di un certo tipo? Un borgo, un villaggio?


Semplice: ognuno prende una decisione chiara, organizzandosi opportunamente anche con la propria famiglia. Si licenzia. Vende tutto. Si mettono tutte le risorse in comune, si compra il terreno, si costruiscono le case. Si lavora insieme al progetto. Questa è la parte più semplice! Non vedo problemi, se davvero ci si rende conto dell’importanza e della portata straordinaria di questa bella intuizione.

La parte difficile viene dopo: non perdere di vista l’individuo, le motivazioni originali; non creare un gruppo distruttivo, una setta, un business, una mostruosità: l’ennesima illusione inconcludente, matrix nella matrix.

Tuttavia, se avete questa intuizione, cavalcatela: creare qualcosa di nuovo sarà sempre più una necessità. Se siete giunti ad intuire questo, a sentire questa necessità dentro di voi, significa che vi siete accorti di quanto sia straordinaria e prioritaria l’occasione che state creando e vivendo. Quindi, non ci sono formule: siate gioiosi e fatelo! E che lo Spirito vi guidi. Sempre.