Il nostro interlocutore della nota precedente ci ha presentato un ragionamento del tutto logico, verificato quotidianamente osservando la media delle persone. In relazione a questo così ragionevole, pragmatico e sensato interlocutore, non mi verrà minimamente alla mente di convocare questioni che abbiano a che fare con domande o curiosità sul paranormale, sugli UFO, sui miracoli e compagnia bella, decisamente relegabili alla sfera dell’intrattenimento inessenziale.
No, qui la questione, per discorrere con il nostro amico, è più semplice, più diretta: quando si parla di ricerca spirituale o interiore o di realizzazione oppure di risveglio, ecco: di cosa stiamo parlando?(chiedeva il nostro più che concreto compagno di viaggio).
Ecco di che stiamo parlando: ora mi spiego.
Tutto parte da una necessità, repentina e guizzante, forse persino “casuale”. La necessità di una “visione d’insieme” che dia senso globale e direzione coerente, leggibile, alla Vita e, in particolare, alla vita umana nella sua complessità. Qual è la visione ‘insieme? Qual è il senso di tutto questo? Puntualmente delusa, tale domanda di “visione d’insieme”, tale inquietudine viene solitamente tralasciata, come sedata, per preferire le più constatabili istanze del nostro amico pragmatico e concreto che nella vita ha capito cosa conta. Oppure, questa istanza apparentemente così astratta, costituisce l’inizio di una ricerca difficile e pretenziosa. Tale ricerca è quello che io chiamo “spiritualità”, ovvero ricerca di senso, ricerca interiore, ricerca etica dalle ampie vedute, sicuramente gli antichi la chiamerebbero filosofia (qualcosa di molto più denso di quella mediamente insegnata tra i banchi di scuola), una ricerca che diverrà presto la consapevolezza di una sorta di “sonno” della coscienza dal quale doversi risvegliare.
Alla domanda di una visione d’insieme mancano risposte soddisfacenti, coerenti e sensate. E chi, a questo domanda, non riesce a rinunciare sa benissimo, quindi, di cosa stiamo parlando.
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