mercoledì 27 luglio 2016

Passeggiando...

Passeggiando per la strada vedo gente. Indaffarata, di fretta, oppure calma, che passeggia, chiacchiera, solitamente alle prese col cellulare o a guardar vetrine. Da soli o più spesso in coppia o in piccoli gruppi di famigliari o amici. Ridono, parlano. Passeggiano. Qualcuno sfreccia in bicicletta, tra i passanti. Vedo gente che sicuramente si dà da fare, lavora, fa commissioni, fa la spesa, produce, consuma, pianifica, fa figli, talvolta si diverte, spesso soffre. Ognuno coi suoi scheletri nell’armadio, i suoi pensieri strani, le sue meschinità piccole o grandi, gente onesta, meno onesta, probabilmente un po’ di tutti i tipi. Insomma, gente. 

Gente che partecipa ad un processo umano globale di cui non è consapevole e sul quale non ha il minimo potere. Il potere viene amministrato da organismi lontani, quasi leggendari. Le direzioni, le decisioni, insomma il “potere” viene esercitato da sedi politiche e, soprattutto, economiche ben consolidate, stabili, fortissime. Forti sul piano politico,religioso, economico, sociale e, all’occorrenza, militare. Un potere che costringe la gente su binari esistenziali precisi, sempre più omologati, angusti, sui quali viene concesso sempre meno spazio all’emozione, alla creatività, al senso. Un potere globale anonimo e impalpabile che guida tutti. Dove? Verso la distruzione. La distruzione del pianeta e, in fin dei conti, dell’umanità stessa. Questo è risaputo. Ormai evidente. Anche al bar se ne parla continuamente. Eppure nessuno può nulla. Qualcuno ne parla anche con molta lucidità, non solo per lamentarsi. Eppure, tutti sono rassegnati e sereni, sui loro binari precisi, stretti, ineludibili. Invisibili. 

Passeggiando per la strada vedo gente. Penso alla gente. Penso all’umanità. All’evidente direzione distruttiva ormai insindacabile, lenta, progressiva. Che accade. Che sta accadendo mentre passeggiamo. Mentre facciamo le nostre cose, sui nostri bravi binari. 

Mentre altri umani presuntuosi e potentissimi, che probabilmente non passeggiano, continuano a rappresentare la nostra specie davanti alla storia. E a raccontarsi (raccontarci) il mito dell’Uomo che tutto può, che ha il diritto di dominare il mondo, di organizzarlo secondo i suoi desideri, forti della convinzione che loro possono rappresentare tutti nel loro progetto di evoluzione, unico, giusto, che dà loro il diritto alla ricchezza e all’agio perché loro sono convinti di non essere comuni umani come noi, che passeggiamo, ma che possono fare tutto quello che fanno perché la storia li ha voluti superiori, più forti e potenti, vincitori e quindi al potere. E noi, che passeggiamo, conduciamo le nostre vite, bene o male, più o meno. E intanto i binari di tutti noi si intrecciano e infine si dispongono verso l’unica direzione ormai prevedibile: la distruzione. Lenta. Certa. 

Chi ha occhi per vedere, chi si “sveglia” un pochino, lo vede. Ma, non si può fare nulla. Nessuno può farci nulla. Al limite ognuno può, con intelligenza e saggezza, rendere più virtuoso e sensato il suo procedere lungo i suoi binari, magari tentare di allargarli un po’, ma uscirne è difficile, forse impossibile e poi sarebbe comunque poca cosa. E poi per cosa? Triste consolazione, no? Può tentare di mandare messaggi, riunirsi con altri come lui, far capire, far vedere, e tuttavia per cosa? Ce la siamo fatta rubare da sotto il naso, la vita. La storia. La nostra storia. Ci siamo fatti convincere, comprare. E ora nessuno può fare nulla o comunque così poco che equivale a nulla. 

Accorgendosi di tutto questo, qualcuno si impone di fare qualcosa. Almeno di fantasticarci su. Non sbaglia. Altri, invece, se la fanno andare bene, non ci pensano. Si drogano con tutto quello che trovano lungo i binari: il successo, il sesso, i soldi, lo sballo, la carriera, nuove religioni, la spiritualità. Altri ancora neanche capiscono di cosa parlo. E passeggiano tranquilli. Sorridono, chiacchierano, giocano. Poi di fretta al lavoro, poi questo e quell’altro e via così. 

Passeggiando per la strada vedo gente…

Nessun commento: