venerdì 19 settembre 2014

Tzaddi non è la Stella!


Non ero un patito di Astrologia. Al tempo dei miei primi studi, tutte quelle intricate e controverse corrispondenze – che dovrebbero servici per comprendere i criteri con i quali la realtà intelaia eventi e cose – mi risultavano ancora piuttosto arcane: numeri, lettere ebraiche, segni zodiacali, elementi alchemici, simboli. Del resto parliamo di tanti anni fa. Tuttavia, quando lessi per la prima volta il Liber Al vel Legis, e giustamente lo misi subito a maturare in un cassetto per qualche anno, ebbi la spontanea, quanto incomprensibile, sensazione di un grande sollievo. Sì perché nel 57mo versetto del primo libro, Nuit rivela che: “Tutte queste vecchie lettere del mio libro sono corrette, ma Tzaddi non è la Stella”. In quel momento era come se qualcuno mi avesse detto: “Ragazzo, studia pure tutto quello che vuoi, ma guarda che, in fin dei conti, Tzaddi non è la Stella!”, cioè: “… non stare a friggerti troppo il cervello, perché le cose stanno cambiando. Non ci saranno più schemi, dottrine e tabelline da imparare a memoria: ci sarà da buttare tutto giù!”. Questo è quello che mi arrivò. Quello che capii. Che sentii.

Ancora qualche anno fa, il solo ricordo di tale mia impressione mi faceva vergognare di me stesso: anche perché c’erano già in giro un sacco di svarionati new age e l’idea di questa apertura ad una sensibilità così spontanea, personale, magari ignorante, mi dava il voltastomaco. Poi incominciai a capire che il voltastomaco me lo davano gli svarionati, ma non il concetto di un nuova sensibilità da risvegliare, legittimamente, doverosamente: la “Nuova Era” era una realtà, lo sentivo dentro di me. Era un varco “tra queste vecchie lettere”, che, pur corrette, andavano cambiate, anzi trascese.

Quindi, dopo aver imparato tutte le attribuzioni, tutti i simboli, le corrispondenze e le versioni dei Tarocchi e un po’ di tutto quanto il resto, dai glifi medievali che giunsero dal Medio Oriente fino ai Visconti-Sforza, da Levi, alle scuole francesi, dall’avanguardia inglese alla Gnosi samaeliana, fino ad Aleister “bum-bum” Crowley, spaccandomi la testa tra gematria, asimmetrie e doppie asole (e non chiedetemi di spiegarvi di cosa parlo!), oggi apprezzo con rinnovato entusiasmo quella illuminante sensazione di libertà. Lo capite? Siamo nella Nuova Era! Possiamo finalmente ripigliarci! Perché? Ma, perché Tzaddi, non è la Stella! Non può esserlo. Ed ecco il messaggio che voglio condividere con voi in questo articolo: Voi siete la Stella. Tu sei la Stella! Capisci? Lo senti? Tu sei il tuo Sistema, la Tua Legge: tu sei la Via. A patto che tu riesca ad essere davvero Tu, e non i tuoi svarioni, ok?

Se siamo davvero sull’onda della Nuova Era, possiamo permetterci di “liberarci” dalle “vecchie lettere”, ma, non dimentichiamolo, queste vecchie lettere “sono corrette”: vanno conosciute e svelate. Non è solo una questione di sensibilità personale, molto new age, perché a quel punto, se fosse sono una questione di sensibilità intuitiva, per divinare e comprendere noi stessi potremmo usare i Tarocchi così come l’elenco telefonico di Roma. Se, invece, parliamo di Tarocchi dobbiamo capire che, prima di tutto, non parliamo (solo) di uno strumento divinatorio: non nascono per essere quello.

I Tarocchi sono un Sistema per rappresentare e comprendere la Realtà. Una Realtà peraltro dinamica e complessa, nella quale siamo coinvolti e impastati totalmente. Nei Tarocchi convergono i più mirabili tentativi (o le più divine delle rivelazioni) per comprendere tutto quanto: non banalizziamo una così grande, riducendola a una moda, per fare i cartomanti della domenica. Nei Tarocchi c’è tutto: del resto, è il Libro di Thoth! E se vuoi parlare di Tarocchi allora, bello mio, comincia a studiare… altrimenti, vai tranquillo con l’elenco telefonico di Roma.

Tuttavia - e qui potrei sembrare contraddittorio -, dico che, adesso, potremmo permetterci di più, anzi di meno: possiamo recuperare il senso delle cose in un modo nuovo, diverso, diretto, effettivamente… libero. Siamo noi la Stella. Possiamo crederci: il Sistema siamo noi, istante per istante.

Ogni Uomo, ogni Donna, è una Stella: ma, non è una questione di “pari opportunità”, ma, ovviamente, di pari dignità e sacralità di ruoli che sono diversi, di storie e vicende che sono diverse. Quel cammino, pertanto, è molto più quello dell’Uomo che non quello della Donna, sebbene ogni donna farà sì che il proprio maschile contenuto lo persegua, ma non complichiamoci troppo la vita in inutili sofismi. Non mi disturba affatto se lo storico mazzo dei Tarocchi (francese) risulta asimmetrico, cruccio che infastidiva gli esoteristi inglesi: infatti, soprattutto se consideriamo la circolarità della lettura, la simmetria c’è, ma non è evidente su questo piano, poiché la Donna vibra su altri livelli, mentre i Tarocchi raccontano, effettivamente, una storia maschile. Il bilanciamento proposto da Crowley forse non è un bilanciamento, ma l’inizio di uno spostamento dell’asimmetria: uno spostamento non tanto dal maschile verso il femminile, come bilanciamento di ruoli, ma, piuttosto, di natura eonica, ovvero dal principio solare a quello stellare, in tensione verso gli archetipi dell’Acquario. In effetti, mentre le scuole Inglesi risolvevano la questione della presunta asimmetria ricollocando Giustizia e Forza (invertendone la posizione) coerentemente con la sequenza astrologica, la scelta di Crowley di mantenere l’asola, anzi di crearne due, conservando però la Giustizia (l’Adattamento) nell’ottava posizione, è indicativa.

Nuova Era significa rinnovamento dei paradigmi. Ma, forse, questa Nuova Era potrà significare emancipazione da tutti paradigmi: saremo pronti a liberarci? A portare il distillato oltre la Soglia? Ad esprimere veramente qualcosa di nuovo, che sia espressione di una risvegliata sensibilità creativa, autodeterminata, libera, coraggiosa, senza per questo ricoverare i soliti vecchi schemi rimodellati su di un sentire che è solamente pigro e cieco?

Eccoci nuovamente a riconciliare in noi gli estremi: conoscenza e sentimento, osservazione e creazione, azione e non-azione. Potremo - e dovremo - superare tutte le strutture e tutti i metodi: non per farne di nuovi, ma per essere noi, ognuno di noi in quanto Stella, la struttura e il metodo vivente, capaci di rinnovarsi istante dopo istante, sereni e fieri di una maturità che ci farà essere veramente dèi. Anzi, Uomini e Donne dell’Era d’Acquario, anche se dall’acquario si tratterà di saltar fuori: se trasformiamo le branchie in polmoni, le pinne in ali.

Immagino ognuno disegnare il suo mazzo di Tarocchi, che racconteranno la sua storia, la storia di un dio che manifesta mondi e occasioni di coscienza, che disegna nuova simboli e percorre nuove geometrie e nuove orbite.

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