Non ero un patito di Astrologia. Al tempo dei
miei primi studi, tutte quelle intricate e controverse corrispondenze – che
dovrebbero servici per comprendere i criteri con i quali la realtà intelaia
eventi e cose – mi risultavano ancora piuttosto arcane: numeri, lettere
ebraiche, segni zodiacali, elementi alchemici, simboli. Del resto parliamo di
tanti anni fa. Tuttavia, quando lessi per la prima volta il Liber Al vel Legis, e giustamente lo
misi subito a maturare in un cassetto per qualche anno, ebbi la spontanea,
quanto incomprensibile, sensazione di un grande sollievo. Sì perché nel 57mo versetto del primo libro, Nuit
rivela che: “Tutte queste vecchie lettere del mio libro sono corrette, ma Tzaddi non è
la Stella”. In quel momento era come se qualcuno mi avesse detto: “Ragazzo,
studia pure tutto quello che vuoi, ma guarda che, in fin dei conti, Tzaddi non è la Stella!”, cioè: “… non
stare a friggerti troppo il cervello, perché le cose stanno cambiando. Non ci
saranno più schemi, dottrine e tabelline da imparare a memoria: ci sarà da
buttare tutto giù!”. Questo è quello che mi arrivò. Quello che capii. Che
sentii.
Ancora qualche anno fa, il solo ricordo di tale mia
impressione mi faceva vergognare di me stesso: anche perché c’erano già in giro
un sacco di svarionati new age e l’idea di questa apertura ad una sensibilità
così spontanea, personale, magari ignorante, mi dava il voltastomaco. Poi incominciai
a capire che il voltastomaco me lo davano gli svarionati, ma non il concetto di
un nuova sensibilità da risvegliare, legittimamente, doverosamente: la “Nuova
Era” era una realtà, lo sentivo dentro di me. Era un varco “tra queste vecchie
lettere”, che, pur corrette, andavano cambiate, anzi trascese.
Quindi, dopo aver imparato tutte le attribuzioni, tutti
i simboli, le corrispondenze e le versioni dei Tarocchi e un po’ di tutto
quanto il resto, dai glifi medievali che giunsero dal Medio Oriente fino ai
Visconti-Sforza, da Levi, alle scuole francesi, dall’avanguardia inglese alla Gnosi
samaeliana, fino ad Aleister “bum-bum” Crowley, spaccandomi la testa tra
gematria, asimmetrie e doppie asole (e non chiedetemi di spiegarvi di cosa
parlo!), oggi apprezzo con rinnovato entusiasmo quella illuminante sensazione
di libertà. Lo capite? Siamo nella Nuova Era! Possiamo finalmente ripigliarci!
Perché? Ma, perché Tzaddi, non è la Stella! Non può esserlo. Ed ecco il
messaggio che voglio condividere con voi in questo articolo: Voi siete la
Stella. Tu sei la Stella! Capisci? Lo
senti? Tu sei il tuo Sistema, la Tua Legge: tu sei la Via. A patto che tu
riesca ad essere davvero Tu, e non i tuoi svarioni, ok?
Se siamo davvero sull’onda della Nuova Era, possiamo
permetterci di “liberarci” dalle “vecchie lettere”, ma, non dimentichiamolo,
queste vecchie lettere “sono corrette”: vanno conosciute e svelate. Non è solo una questione di sensibilità
personale, molto new age, perché a quel punto, se fosse sono una questione di
sensibilità intuitiva, per divinare e comprendere noi stessi potremmo usare i
Tarocchi così come l’elenco telefonico di Roma. Se, invece, parliamo di
Tarocchi dobbiamo capire che, prima di tutto, non parliamo (solo) di uno
strumento divinatorio: non nascono per essere quello.
I Tarocchi sono un Sistema per rappresentare e
comprendere la Realtà. Una Realtà peraltro dinamica e complessa, nella quale
siamo coinvolti e impastati totalmente. Nei Tarocchi convergono i più mirabili
tentativi (o le più divine delle rivelazioni) per comprendere tutto quanto: non
banalizziamo una così grande, riducendola a una moda, per fare i cartomanti della
domenica. Nei Tarocchi c’è tutto: del resto, è il Libro di Thoth! E se vuoi
parlare di Tarocchi allora, bello mio, comincia a studiare… altrimenti, vai
tranquillo con l’elenco telefonico di Roma.
Tuttavia - e qui potrei sembrare contraddittorio -,
dico che, adesso, potremmo permetterci di più, anzi di meno: possiamo
recuperare il senso delle cose in un modo nuovo, diverso, diretto, effettivamente…
libero. Siamo noi la Stella. Possiamo
crederci: il Sistema siamo noi, istante per istante.
Ogni
Uomo, ogni Donna, è una Stella: ma, non è una questione di “pari
opportunità”, ma, ovviamente, di pari dignità e sacralità di ruoli che sono
diversi, di storie e vicende che sono diverse. Quel cammino, pertanto, è molto
più quello dell’Uomo che non quello della Donna, sebbene ogni donna farà sì che
il proprio maschile contenuto lo persegua, ma non complichiamoci troppo la vita
in inutili sofismi. Non mi disturba affatto se lo storico mazzo dei Tarocchi (francese)
risulta asimmetrico, cruccio che infastidiva gli esoteristi inglesi: infatti,
soprattutto se consideriamo la circolarità della lettura, la simmetria c’è, ma
non è evidente su questo piano, poiché la Donna vibra su altri livelli, mentre
i Tarocchi raccontano, effettivamente, una storia maschile. Il bilanciamento proposto da Crowley forse non è un
bilanciamento, ma l’inizio di uno spostamento
dell’asimmetria: uno spostamento non tanto dal maschile verso il femminile,
come bilanciamento di ruoli, ma, piuttosto, di natura eonica, ovvero dal principio
solare a quello stellare, in tensione verso gli archetipi dell’Acquario. In
effetti, mentre le scuole Inglesi risolvevano la questione della presunta
asimmetria ricollocando Giustizia e Forza (invertendone la posizione) coerentemente
con la sequenza astrologica, la scelta di Crowley di mantenere l’asola, anzi di
crearne due, conservando però la Giustizia (l’Adattamento) nell’ottava
posizione, è indicativa.
Nuova Era significa rinnovamento dei paradigmi. Ma,
forse, questa Nuova Era potrà
significare emancipazione da tutti
paradigmi: saremo pronti a liberarci? A portare il distillato oltre la Soglia?
Ad esprimere veramente qualcosa di nuovo, che sia espressione di una
risvegliata sensibilità creativa, autodeterminata, libera, coraggiosa, senza
per questo ricoverare i soliti vecchi schemi rimodellati su di un sentire che è
solamente pigro e cieco?
Eccoci nuovamente a riconciliare in noi gli estremi:
conoscenza e sentimento, osservazione e creazione, azione e non-azione. Potremo
- e dovremo - superare tutte le strutture e tutti i metodi: non per farne di
nuovi, ma per essere noi, ognuno di noi in quanto Stella, la struttura e il
metodo vivente, capaci di rinnovarsi istante dopo istante, sereni e fieri di
una maturità che ci farà essere veramente dèi. Anzi, Uomini e Donne dell’Era
d’Acquario, anche se dall’acquario si tratterà di saltar fuori: se trasformiamo
le branchie in polmoni, le pinne in ali.
Immagino ognuno disegnare il suo mazzo di Tarocchi, che racconteranno la sua storia, la storia
di un dio che manifesta mondi e
occasioni di coscienza, che disegna nuova simboli e percorre nuove geometrie e
nuove orbite.
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