venerdì 22 agosto 2014

Un Monastero per la Grande Opera



Dopo che ho fatto circolare la voce su di un certo monastero in vendita, quasi per gioco ma facendo seguito ad una riflessione e ad un sogno che da tempo con il Gruppo di Meditazione ACOS stiamo rimuginando a più riprese, alcune persone mi hanno chiesto come mai l’idea di un borgo o, addirittura, di un monastero.

Prima di tutto, lo sapete, ribadisco la centralità dell’individuo nel suo percorso di realizzazione esistenziale e spirituale. E, tuttavia, ribadisco l’importanza del contesto sociale e, più precisamente, del “gruppo” come momento di confronto, condivisione, relazione e reciproco arricchimento. Così come affermo che la “Via”, più o meno solitaria, può essere vissuta in ogni luogo e tempo, ma, tuttavia, affermo anche che certi luoghi e certi tempi possono favorire enormemente la sostenibilità e lo sviluppo di un cammino di conoscenza e di esperienza interiore.

Quali sono le possibilità “realizzative” di cui parlo, per l’individuo di per sé e insieme agli altri, ovunque eppure da esplorarsi meglio in un contesto esistenziale più specifico? E come un contesto sociale “mirato”, creato ad hoc, può aiutare nel perseguire tali possibilità, che ognuno di per sé (e per sé) potrebbe realizzare?

La seconda parte della domanda è intuitiva: un contesto mirato, per molti aspetti calato in una visione per lo più condivisa, che conduce ad uno stile di vita vibrante su di una certa comune scelta, è evidentemente di grande aiuto, sia in termini pratici (come sollievo dalle vicissitudini mondane, grazie alla cooperazione in gruppo), sia in termini umani (nel valore dell’Amicizia), sia in termini disciplinari (come maggior possibilità di dedizione a pratiche,  discipline e regimi entro uno spazio-tempo meno dispersivo e fuorviante).
La prima parte della domanda, relativa allo scopo di tutto questo, mi permette, in poche parole, di centrare il motivo stesso dell’esperienza esoterica e spirituale di ogni tempo e luogo: la Rinascita e la Reintegrazione evolutiva nella Sorgente. Questo è: attraverso l’Amore, la consapevolezza, la conoscenza, la saggezza, tutto quello che volete. Ma, questo è.

Tale realizzazione implica tre fasi che, progressivamente, per loro natura, trascendono ogni possibile descrizione in quanto vanno oltre le logiche ordinarie della nostra mente, del nostro corpo, dei nostri istinti, della nostra attuale natura e realtà fisica spazio-temporale.

Possiamo però tentare di descrivere qualche elemento, che di fatto costituisce il fondamento del “metodo” esoterico, ovviamente restituendo al termine “esoterismo” la sua dignità e nobiltà autentica che non ha nulla a che vedere on la ricerca del potere, del controllo sulla realtà e sugli altri e quant’altro svilisce e fuorvia dalla nobiltà dello Spirito.

     Le tre fasi possono dunque essere definite in questo modo: 

     1. disintossicazione e recupero della propria natura/esistenza umana reale,
     2. risveglio di coscienza e vita sul piano dell’esperienza evolutiva,
     3. reintegrazione… e oltre.

Tali processi implicano:

     1. una completa e definitiva emancipazione dai vincoli e dalle necessità della natura animale;
     2. l’esistenza in quanto uomini e donne nell’espressione di un livello di vita coerente con la natura divina e con il progetto di quel livello di coscienza, ove la partecipazione ai fenomeni sensoriali non è identificazione e vincolo, bensì libera esplorazione artistica della vita, del bello e del piacere;
     3. e, finalmente, l’osmosi con e nel il Tutto, sempre e ovunque, per cui è inutile tentare qualsiasi descrizione.

L’emancipazione dai vincoli animali, la fase iniziale e più vicina alla nostra comprensione attuale, significa molte cose, fra le quali, in termini molto pratici:

     1. la disintossicazione e la disidentificazione psico-fisica,
     2. il recupero della nostra manifestazione/vibrazione esistenziale reale sui piani di realtà al nostro livello di coscienza potenziale.

Disidentificarsi dall’illusione attuale in primis, ma anche dai processi naturali e animali, significa riconsiderare radicalmente il rapporto con l’attuale (pseudo-)realtà. Certo, prima di tutto risolvere le nevrosi dell’ego, ma poi sollevarsi pure dall’animalità e dall’umanità così come oggi la intendiamo: emanciparsi dalle necessità animali, poiché noi non siamo quello.

Ad esempio: emanciparsi dalla necessità di assorbire energia e nutrimento vitale attraverso il processo del cibarsi, che invece può rimanere come esperienza sensoriale del gusto e dell’olfatto in termini di celebrazione artistica ed esperienza spirituale, ma non perché ne dipendiamo per vivere. Di fatto noi ci nutriamo non tanto perché acquisiamo proteine, carboidrati, vitamine e quant’altro dal cibo, ma perché ci nutriamo dell’energia vitale presente in esso, tra atomo e atomo (energia nucleare debole). Potremmo nutrirci di questa energia estraendola direttamente dalla luce, attraverso il sole, l’aria, il prana.

Un altro esempio: emanciparsi dalla necessità di manifestarci e procedere verso la nostra esperienza vitale attraverso la riproduzione animale. L’Essere Umano si “manifesta”. A questo punto l’esperienza erotica e sessuale non è necessariamente funzionale all’istinto riproduttivo e alla perpetuazione della vita animale, ma all’esperienza sensoriale del piacere, in quanto la nostra manifestazione riguarda dinamiche di concepimento superiori e non fisiche così come oggi le intendiamo.

Altri esempi ancora: emanciparci dalla dipendenza del sonno, che diventa l’arte del sognare. Emanciparci dalla necessità di nascere e morire, che diventa invece continuità di coscienza dimensionale tra stati diversi del possibile.

Ottenere questi risultati, che sono poi l’essenza dell’indagine esoterica, magica e mistica, è molto difficile, ma non impossibile, dato che sono insiti nella nostra natura superiore. Oggigiorno, è quanto mai auspicabile farlo entro un contesto nel quale ognuno possa trovare lo spazio e il tempo – senza per questo rinunciare alle necessità ordinarie ma dipendendone sempre meno – per dedicarsi completamente alla Grande Opera, che esige studio, silenzio, pratica e disciplina, ma soprattutto l’affrancarsi dalle interferenze, dalle necessità e dai rumori mondani. Un contesto “dedicato” permette di ottenere questo sicuramente con più facilità e agio. Un contesto, quindi, che non è da vedersi come un gruppo o una comunità, sebbene ne assuma le forme, ma come una strategia per permettere all’individuo di lavorare su se stesso risolvendo il più possibile, grazie alla cooperazione, le proprie problematiche materiali, burocratiche, lavorative e di sopravvivenza e, anzi, massimizzando il piacere della relazione entro un contesto “in sintonia”, non per privarsi della relazione a 360 gradi, ma per sfoltire quanto di inutile (riconosciamolo senza troppi sofismi!) nelle relazioni sociali condizionate inevitabilmente troviamo e generiamo.

Più che una comunità, io ho sempre parlato di un borgo: questo per rispettare le necessità di privacy delle persone. È anche vero che l’impostazione del “monastero”, anche se ci rimanda all’idea cattolica o buddhista che dobbiamo superare, la ritengo molto efficace e ho molto chiara in me l’idea di come applicarla alla concezione sopra descritta di “contesto mirato”. È qualcosa di assolutamente nuovo, che però affonda le sue radici in qualcosa di molto antico, di cui dobbiamo ritrovare l’archetipo originale. Il “borgo-monastero” è qualcosa di fattibile, sempre tenendo presente, come premessa irrinunciabile, la necessaria maturità spirituale di chi popolerebbe tale progetto all’atto pratico.

Detto questo, ritengo dunque che tutto quello di cui ho parlato si possa fare, se intendiamo onorare la nostra vera natura e quindi, semplicemente, FARLO in quanto priorità, anzi, unica cosa vera e reale della nostra esistenza. Tutto il resto è vanità. Se capiamo questo, abbiamo recuperato il concetto concreto, eroico e totalizzante di esoterismo, di magia e di spiritualità. Ovvero, della Vita. Se capiamo questo, abbiamo capito tutto.


Non ci può essere nella nostra mente e nel nostro cuore altra priorità se non questa, anche perché tutto il resto prenderà forma e autenticità solo in funzione di questa affermazione di realtà, oltre ogni illusione.


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