Dopo che ho fatto circolare la voce su di
un certo monastero in vendita, quasi per gioco ma facendo seguito ad una
riflessione e ad un sogno che da tempo con il Gruppo di Meditazione ACOS stiamo
rimuginando a più riprese, alcune persone mi hanno chiesto come mai l’idea di
un borgo o, addirittura, di un monastero.
Prima di tutto, lo sapete, ribadisco la
centralità dell’individuo nel suo percorso di realizzazione esistenziale e
spirituale. E, tuttavia, ribadisco l’importanza del contesto sociale e, più
precisamente, del “gruppo” come momento di confronto, condivisione, relazione e
reciproco arricchimento. Così come affermo che la “Via”, più o meno solitaria,
può essere vissuta in ogni luogo e tempo, ma, tuttavia, affermo anche che certi
luoghi e certi tempi possono favorire enormemente la sostenibilità e lo
sviluppo di un cammino di conoscenza e di esperienza interiore.
Quali sono le possibilità “realizzative” di
cui parlo, per l’individuo di per sé e insieme agli altri, ovunque eppure da
esplorarsi meglio in un contesto esistenziale più specifico? E come un contesto
sociale “mirato”, creato ad hoc, può
aiutare nel perseguire tali possibilità, che ognuno di per sé (e per sé)
potrebbe realizzare?
La seconda parte della domanda è intuitiva:
un contesto mirato, per molti aspetti calato in una visione per lo più
condivisa, che conduce ad uno stile di vita vibrante su di una certa comune
scelta, è evidentemente di grande aiuto, sia in termini pratici (come sollievo
dalle vicissitudini mondane, grazie alla cooperazione in gruppo), sia in
termini umani (nel valore dell’Amicizia), sia in termini disciplinari (come
maggior possibilità di dedizione a pratiche,
discipline e regimi entro uno spazio-tempo meno dispersivo e
fuorviante).
La prima parte della domanda, relativa allo
scopo di tutto questo, mi permette, in poche parole, di centrare il motivo
stesso dell’esperienza esoterica e spirituale di ogni tempo e luogo: la
Rinascita e la Reintegrazione evolutiva nella Sorgente. Questo è: attraverso
l’Amore, la consapevolezza, la conoscenza, la saggezza, tutto quello che
volete. Ma, questo è.
Tale realizzazione implica tre fasi che,
progressivamente, per loro natura, trascendono ogni possibile descrizione in
quanto vanno oltre le logiche ordinarie della nostra mente, del nostro corpo,
dei nostri istinti, della nostra attuale natura e realtà fisica
spazio-temporale.
Possiamo però tentare di descrivere qualche
elemento, che di fatto costituisce il fondamento del “metodo” esoterico,
ovviamente restituendo al termine “esoterismo” la sua dignità e nobiltà
autentica che non ha nulla a che vedere on la ricerca del potere, del controllo
sulla realtà e sugli altri e quant’altro svilisce e fuorvia dalla nobiltà dello
Spirito.
Le tre fasi possono dunque essere definite in questo modo:
1. disintossicazione e recupero della propria natura/esistenza umana reale,
2. risveglio di coscienza e vita sul piano dell’esperienza evolutiva,
3. reintegrazione… e oltre.
Tali processi implicano:
1. una completa e definitiva emancipazione dai vincoli e dalle necessità della
natura animale;
2. l’esistenza in quanto uomini e donne nell’espressione di un livello di vita
coerente con la natura divina e con il progetto di quel livello di coscienza,
ove la partecipazione ai fenomeni sensoriali non è identificazione e vincolo,
bensì libera esplorazione artistica della vita, del bello e del piacere;
3. e, finalmente, l’osmosi con e nel il Tutto, sempre e ovunque, per cui è
inutile tentare qualsiasi descrizione.
L’emancipazione dai vincoli animali, la
fase iniziale e più vicina alla nostra comprensione attuale, significa molte
cose, fra le quali, in termini molto pratici:
1. la disintossicazione e la disidentificazione psico-fisica,
2. il recupero della nostra manifestazione/vibrazione esistenziale reale sui
piani di realtà al nostro livello di coscienza potenziale.
Disidentificarsi dall’illusione attuale in primis, ma anche dai processi
naturali e animali, significa riconsiderare radicalmente il rapporto con l’attuale
(pseudo-)realtà. Certo, prima di tutto risolvere le nevrosi dell’ego, ma poi
sollevarsi pure dall’animalità e dall’umanità così come oggi la intendiamo:
emanciparsi dalle necessità animali, poiché noi non siamo quello.
Ad esempio: emanciparsi dalla necessità di
assorbire energia e nutrimento vitale attraverso il processo del cibarsi, che
invece può rimanere come esperienza sensoriale del gusto e dell’olfatto in
termini di celebrazione artistica ed esperienza spirituale, ma non perché ne
dipendiamo per vivere. Di fatto noi ci nutriamo non tanto perché acquisiamo
proteine, carboidrati, vitamine e quant’altro dal cibo, ma perché ci nutriamo
dell’energia vitale presente in esso, tra atomo e atomo (energia nucleare
debole). Potremmo nutrirci di questa energia estraendola direttamente dalla
luce, attraverso il sole, l’aria, il prana.
Un altro esempio: emanciparsi dalla
necessità di manifestarci e procedere verso la nostra esperienza vitale
attraverso la riproduzione animale. L’Essere Umano si “manifesta”. A questo
punto l’esperienza erotica e sessuale non è necessariamente funzionale
all’istinto riproduttivo e alla perpetuazione della vita animale, ma
all’esperienza sensoriale del piacere, in quanto la nostra manifestazione riguarda dinamiche di concepimento superiori e non fisiche così come oggi le intendiamo.
Altri esempi ancora: emanciparci dalla
dipendenza del sonno, che diventa l’arte del sognare. Emanciparci dalla
necessità di nascere e morire, che diventa invece continuità di coscienza
dimensionale tra stati diversi del possibile.
Ottenere questi risultati, che sono poi l’essenza dell’indagine esoterica, magica e
mistica, è molto difficile, ma non impossibile, dato che sono insiti nella
nostra natura superiore. Oggigiorno, è quanto mai auspicabile farlo entro un
contesto nel quale ognuno possa trovare lo spazio e il tempo – senza per questo
rinunciare alle necessità ordinarie ma dipendendone sempre meno – per dedicarsi
completamente alla Grande Opera, che esige studio, silenzio, pratica e
disciplina, ma soprattutto l’affrancarsi dalle interferenze, dalle necessità e
dai rumori mondani. Un contesto “dedicato” permette di ottenere questo
sicuramente con più facilità e agio. Un contesto, quindi, che non è da vedersi
come un gruppo o una comunità, sebbene ne assuma le forme, ma come una strategia per permettere all’individuo
di lavorare su se stesso risolvendo il più possibile, grazie alla cooperazione,
le proprie problematiche materiali, burocratiche, lavorative e di sopravvivenza
e, anzi, massimizzando il piacere della relazione entro un contesto “in
sintonia”, non per privarsi della relazione a 360 gradi, ma per sfoltire quanto
di inutile (riconosciamolo senza troppi sofismi!) nelle relazioni sociali
condizionate inevitabilmente troviamo e generiamo.
Più che una comunità, io ho sempre parlato
di un borgo: questo per rispettare le necessità di privacy delle persone. È
anche vero che l’impostazione del “monastero”, anche se ci rimanda all’idea
cattolica o buddhista che dobbiamo superare, la ritengo molto efficace e ho
molto chiara in me l’idea di come applicarla alla concezione sopra descritta di
“contesto mirato”. È qualcosa di assolutamente nuovo, che però affonda le sue
radici in qualcosa di molto antico, di cui dobbiamo ritrovare l’archetipo
originale. Il “borgo-monastero” è qualcosa di fattibile, sempre tenendo
presente, come premessa irrinunciabile, la necessaria maturità spirituale di
chi popolerebbe tale progetto all’atto pratico.
Detto questo, ritengo dunque che tutto
quello di cui ho parlato si possa fare, se intendiamo onorare la nostra vera
natura e quindi, semplicemente, FARLO in quanto priorità, anzi, unica cosa vera
e reale della nostra esistenza. Tutto il resto è vanità. Se capiamo questo,
abbiamo recuperato il concetto concreto, eroico e totalizzante di esoterismo,
di magia e di spiritualità. Ovvero, della Vita. Se capiamo questo, abbiamo
capito tutto.
Non ci può essere nella nostra mente e nel
nostro cuore altra priorità se non questa, anche perché tutto il resto prenderà
forma e autenticità solo in funzione di questa affermazione di realtà, oltre
ogni illusione.
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