In un percorso di crescita – in una Via Iniziatica – spesso ci si relaziona con altri. Non solo con se stessi e con il proprio mentore, ma con altri “fratelli” e “sorelle”. La condivisione si fa scambio, confronto, talvolta scontro: ci si smussa a vicenda, come i sassi che insieme rotolano in un torrente. Molto spesso capita di esercitare il giudizio e di essere severi in questo: per rispetto del percorso, per senso di giustizia e disciplina, per amore dell’altro. È giusto che sia così. Ma quando è lecito essere severi? È lecito essere severi solo quando non c’è pregiudizio. Questo significa che la nostra severità deve andare di pari passo con la capacità di concedere all’altro la possibilità del cambiamento ed essere pronti a riconoscerlo e ad accoglierlo, subito, incondizionatamente, con fiducia e ottimismo, quando ci troviamo di fronte non solo all’impegno ma anche al più piccolo risultato. Si innesca così un circolo virtuoso, gratificante, motivante, per cui sarà anche il nostro atteggiamento positivo e fiducioso – mai buonista! – a sostenere (a determinare persino!) il cambiamento dell’altro, che è anche un po’ un cambiamento in noi stessi.
Severità, dunque per amor di verità e per amor dell’altro, sinceramente, ma mai insistenza nel giudizio che diventa etichetta e pregiudizio definitivo, ma, anzi, sempre totale disponibilità nel saper cambiare idea quando ci troviamo di fronte al cambiamento e al suo merito. Anche il nostro di cambiamento sarà così sempre accolto prontamente e nutrito di fiducia e amore, perché cambiare… è possibile!
Nessun commento:
Posta un commento