Non si tratta di saper spiegare, di saper dire le cose “bene”, in modo bello, avvincente, entusiasmante, assolutamente corretto e perfetto. Ci sono tantissimi comunicatori molto bravi, davvero speciali, capaci di raccontare, spiegare e insegnare molte cose in modo piacevole, vivace ed efficace. Ce ne sono sempre stati, ce ne sono e ce ne saranno sempre. Certo molto più bravi di me, molto più colti ed esperti nel saper comunicare nel modo giusto. Ed è bello vedere che le persone vengono toccate, direi smosse dalle parole ben dette, dai concetti ben spiegati, dalle esortazioni e dalle pratiche ben insegnate.
Spesso questa bravura – nell’era del disimpegno e del tutto subito – fa spostare l’attenzione dal contenuto, cioè dal messaggio in quanto tale che dovrebbe essere il centro della nostra ricerca, alla persona, al buon comunicatore che diventa il nostro preferito, di cui diventiamo fan e di cui seguiamo tutte le lezioni con meraviglia e, quasi, con devozione. Ci piacciono le sue parole, il suo sorriso, il suo modo diretto e chiaro di spiegare. Anche la comparazione tra ciò che preferiamo seguire e ciò che sentiamo come meno interessante per noi non è più sul piano dei contenuti, bensì sul personaggio. Non più sul messaggio, ma sul messaggero… a prescindere!
Quando mi dite (alcuni me lo dicono, ad altri risulto invece insopportabilmente noioso): “Come spieghi bene, Carlo, che bravo…”, ecco in quel momento sento di aver proprio fallito nel mio intento di condividere, umilmente si intende, un insegnamento. Infatti, poi mi parlate di questo o di quell’altro oratore, se li conosco, chi possa io consigliarvi. “Ti piace il tale?”, “che ne pensi di…?”. E io subito vi chiedo: “Cosa dice?” – fine della conversazione perché di solito ricevo un vago: “beh, tante cose…”. Certo, è vero, ci sono brillanti oratori ai quali devo molta gratitudine e che io stesso seguo e raccomando, ma il punto non deve essere l’oratore. E’ importante, sicuro, perché se l’oratore è confusionario, impacciato, poco chiaro, troppo immerso nel suo sentire e poco attento a stabilire con i suoi ascoltatori e allievi un contatto, siamo tutti d’accordo nell’ammettere che possa risultare difficoltoso seguirlo, tuttavia il punto, che va comunque ritenuto prioritario e prevalente, è il contenuto, ovvero l’insegnamento, potrei dire l’energia che contraddistingue quel messaggio, quel corpo di conoscenze che deve essere l’oggetto principale dei nostri commenti e delle nostre riflessioni, dei nostri entusiasmi così come delle nostre delusioni.
A prescindere dal personaggio che può risultarci brillante o meno, più o meno abile nel comunicare, più o meno “piacione”, antipatico o simpatico. Chiedetemi che cosa potrei consigliarvi di seguire, di studiare, di praticare, non da chi andare alla prossima conferenza. Chiedetemi se il tal concetto mi vede d’accordo o meno, non come vedo il tale o il tal’altro. Riportate l’attenzione sui contenuti, a volte difficili, impegnativi e scomodi, portati da un maestro magari altrettanto difficile, impegnativo e scomodo, che forse non vi lusinga, che non vi seduce, che talvolta vi annoia ribadendo cose che presumete di aver capito perfettamente. E riportate l’attenzione a voi stessi, al vostro sentire profondo e non alla mente curiosa che cerca incanti e suggestioni per divertirsi. Il messaggio e il vostro sentire: ecco ciò che è più importante.
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