Credo nel valore del Gruppo,
del contesto felice, che sia un “laboratorio” di esperienze a confronto, di
scambio e di amicizia. Eppure, non credo nei gruppi. Ho provato a sostenere (e
per poco non ce la facciamo) un progetto di “borgo”, di “villaggio”, cercando
di intuire nuove strade per non ricadere in cantonate (se non drammi) già visti
e vissuti. Ho parlato con tante persone, ho sondato cosa bolle in pentola,
progetti, idee, novità. Tutto per dare concretezza al sentire spirituale, alla
ricerca, alla conoscenza con tanta fatica recuperata e resa nuovamente viva e
pulsante. Ho fatto proposte, aperto e chiuso associazioni, raccolto e disperso
persone, provato tante possibili opzioni.
Oggi l’Accademia è un bel
progetto: ne sono soddisfatto. Così come il Laboratorio di Meditazione che,
snello e senza burocrazie, è un bel contesto di incontro: tra ricercatori ma,
soprattutto, tra amici. Si fa meditazione, ci si incontra, si vivono insieme
periodi di “ritiro” in agriturismo, si viaggia: poi ognuno torna alla sua casa,
alla sua famiglia, al suo lavoro portando con sé il meglio del suo vissuto,
serenamente. Forse il “borgo”, quello più importante, è fatto di tempi
condivisi, più che di spazi; di nuovi sogni, più che di riciclati progetti; di
cuori caldi e appassionati che sanno vibrare su nuovi piani, più che di menti
funzionali ed efficienti su questo. Cuori solidali, vicini, amici a prescindere…
Pensieri che uniscono, che ci fanno sentire uniti, fratelli, ovunque siamo,
cittadini del mondo.
Qualcuno penserà che sto
facendo un passo indietro. No, non dico che non si farà, ma nascerà
spontaneamente, da circostanze più naturali. Insomma, sto facendo un passo… di lato. Inutile andare avanti senza la
certezza di aver cambiato corsia.
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