Le pratiche e le tecniche di esplorazione e di risveglio delle
proprie facoltà spirituali, dalla guarigione ai viaggi astrali, dai sogni alla
divinazione, dall’alchimia psico-fisica alle discipline magiche, la stessa
meditazione, le canalizzazioni e la medianità, il lavoro su di sé in senso
ermetico e gnostico, lo stesso accostarsi ad una certa conoscenza, sono tutte
cose che non possono funzionare. Non sono reali. Non esistono. Sono solo
suggestioni mentali, dinamiche psichiche, fantasie. Sono fandonie che
alimentano l’illusione globale, l’incantesimo, nel quale siamo tutti
invischiati. Sono droghe sofisticate, placebo e surrogati da supermercato. Non
possono essere cose reali. Possono essere espedienti, stimoli, giochi.
Soluzioni superficiali per i propri disagi esistenziali più o meno gravi. Ma
niente di più. Niente di quello che pretendi o si pretende che siano.
Non stiamo parlando di imparare qualche posizione di yoga,
di cucina, di cosmesi, di botanica… Stiamo parlando di risvegliare quelle che
sono o possono essere le nostre facoltà spirituali, giusto?
Spirituali. È questa la parola, giusto?
Ebbene, se tali ricerche, pratiche e discipline, vengono
accostate (o proposte) di per se stesse, ovvero avulse da una contemporanea e
radicale rivisitazione della propria vita, delle proprie scelte, abitudini,
modi di fare e di essere, comportamenti, consumi, credenze, convinzioni, ovvero
della propria realtà personale e contestuale, rivisitazione che deve
riflettersi in un cambiamento concreto e del tutto coerente con il rendersi
veramente pronti, aperti, disponibili e totali nel proprio approccio ad un’esperienza
che pretende di essere superiore e spirituale, quindi sacra, se questa coerenza
e questa totalità non la si comprende e non la si persegue prima di tutto, allora
poco senso avranno scuole, corsi, pratiche, studi e discipline. Anzi, faranno
danno perché provocheranno solo inquietudine piuttosto che reale apertura di
sé. È come pretendere di avere la chiave e di infilarla nel muro, senza che ci
sia una serratura nella quale farla girare. Senza che ci sia veramente una
porta di fronte a sé, da aprire.
Inutile frequentare corsi e seminari, inutile studiare ed
acquisire conoscenze di carattere “spirituale”, se siamo bestie tra bestie in
un recinto di fango.
Stiamo qui parlando di facoltà spirituali. Di valori del
Sacro. Del Graal. Non di psicologia, non di ginnastica, non di sopravvivenza
urbana! Stiamo parlando di Dio! Di noi come spirito, come anima, come essenza,
come energia e volontà divina resa manifesta nei mondi della vita.
Vuoi fare il viaggio astrale? Ti dicono che puoi farlo? Che
puoi impararlo? Vuoi diventare canale al prana o dialogare con entità
superiori? Vuoi uscire da Matrix? Vuoi imparare a Sognare? A “Vedere”? Vuoi
capire?
Ma chi sei? Dove vivi? Come vivi?
Ti rendi conto?
Se ti rendi conto allora cominciamo a capirci. Se no – forse
hai bisogno di pensarci su – allora lascia stare: non parliamone neanche.
Nei miei incontri io non parlerò di viaggio astrale, di
prana, di sogni, di medianità, no… non posso prenderti in giro così. Parlerò
invece di come rendere possibili e reali queste cose. Parlerò della loro
sacralità. Della loro portata totale e totalizzante. Di quanto dovremmo
sciacquarci la bocca prima anche solo di nominarle. E poi, forse, se nel tempo
ne saremo capaci, proprio nel senso di “capacità di contenimento”, se avremo (certo,
vale anche per me!)… se avremo reso ancora possibile, accessibile, irrorabile questa
forza, questa energia, entro le vene della nostra mente, del nostro corpo e
della nostra vita, nel nostro quotidiano finalmente armonico e colmo di amore e
di saggezza, allora sì… viaggeremo e sogneremo insieme. Allora sì, parleremo
con gli dèi, e rideremo con Dio.
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