lunedì 16 settembre 2013

Ancora sui Gruppi (2/2)


Sono in collegamento con progetti concreti e coraggiosi, di cui forse alcuni di voi sono a conoscenza e di cui ho molto rispetto ma che sento ancora parte di qualcosa di vecchio: centri, ecovillaggi, comunità, sebbene le si voglia definire in modo nuovo, sono ancora qualcosa di già visto.
L’unica possibilità è quella prima di APRIRE GLI OCCHI e poi di pensare che sia possibile VEDERE qualcosa che non siano solo immagini fantasiose proiettate sullo schermo delle nostre palpebre mentali abbassate.
Non possiamo sapere ADESSO cosa sarà quel “nuovo” possibile, quel “risveglio” possibile, che tutti quanti noi sentiamo e vogliamo desiderare. Non possiamo saperlo perché la nostra mente, il nostro cuore, il nostro corpo, vibrano tutti ancora troppo qui, in questo luogo di sogni e di incubi, luogo che non ha niente a che fare con la realtà delle cose e della vita.
Possiamo cogliere tutte le occasioni per far circolare nella mente, nel cuore e nel corpo, un'energia diversa, un suono diverso che ci dia il LA per modificare le nostre frequenze. Solo così cominceremo a VEDERE qualcosa di diverso, che si staglierà davanti a noi: è sempre stato lì, certo, ma solo allora potremo vederlo e quindi sapremo cosa volere davvero e come rivoluzionare la nostra esistenza alla luce di una presa di coscienza lampante e inequivocabile.
Prima di questo, da qui, sarà tutto vano. Forse potremo preparaci, darci degli stimoli, fare dei tentativi, ma sarà tutto vano in ultima analisi. Soluzioni economiche, iniziative politiche e sociali, cambiamenti di vita, di consumi, di abitazione, di relazione, rendersi autonomi, studiare e fare ricerche di confine, sono tutte cose che possono andare anche bene, sempre che non corrispondano all’ennesimo inganno ben mascherato, ma del tutto vane, perché ancora riferibili ad una percezione delle cose, della vita e di noi stessi che non corrisponde a niente di reale!
La possibilità può essere solo quella di fare un lavoro disciplinato, assiduo e instancabile su di sé: da soli e insieme per confrontarci ed aiutarci, grazie all’amicizia che può permetterci di essere sinceri e genuini gli uni nei confronti degli altri e che ci consenta di sentirci un po’ al sicuro, senza paura. Fermate il dialogo mentale, slegatevi dal passato, lasciate che il futuro venga da sé, accorgetevi del presente, tenete d’acconto le vostre energie, pazientate e sostenete la visione dell’incubo che sembra  circondarvi. Meditate, tenete in salute e in forma il corpo e rendetevi inaccessibili agli stimoli, alle mode, alle informazioni, alle immagini... a tutta questa situazione.
Vediamoci: dicevo, le occasioni non mancano, sia quelle pubbliche, sia quelle più tra di noi (gli incontri di meditazione, le gite…) e vedremo poi di avviare i ritiri spirituali da viversi sia insieme sia individualmente, in assoluto silenzio e solitudine, per recuperare il senso della fede nell’incertezza della nostra identità e del nostro futuro. 

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