La meditazione é non-mente, non-tempo. Fermare la mente significa fermare il tempo (concetto caro ad Osho ma anche tipico del Buddismo Tibetano – si legga a questo proposito “Spazio, Tempo e Conoscenza” di Tarthang Tulku).
Sappiamo che i flussi di pensiero non conducono solo la sostanza-pensiero da elaborare ma per loro natura trasportano idee pre-elaborate, ovvero programmi mentali, e sono direttamente connessi con la struttura temporale della nostra realtá.
Approssimandoci al 2012, e comunque giá da alcuni anni di questa potenziale Nuova Era, le linee energetiche planetarie vengono man mano “resettate”, come effetto dell’allineamento galattico (che peraltro altererá il campo magnetico terrestre, altro supporto ai processi di controllo).
Tutto questo produrrá nuove e straordinarie condizioni di rinnovamento spirituale, ma la densitá temporale, e quindi il flusso di pensiero che attraversa il nostro mondo, si sta giá riducendo sensibilmente, dandoci la possibilitá quindi di sfruttare un momento eccezionale per liberarci dal “baco”, esprimere appieno la nostra possibilitá di coscienza, emanciparci dall’illusione della mente e dai programmi di controllo, essere finalmente produttori di pensiero e quindi svolgere appieno il nostro ruolo di forme-ponte, irrorando l’esistente con il nostro pensiero prodotto e avvicendando cosí le forze vicarie della natura che hanno finora presieduto ai processi evolutivi di questa potenziale realtá.
Essere legati al pensiero o essere preoccupati per i fenomeni che possono riguardarci nel nostro prossimo futuro significa non cogliere quanto davvero sta accadendo e, anzi, rischiare di operare al fine di trovare “soluzioni” per evitare possibilitá straordinarie che a volte vengono percepite (o fatte percepire) come problemi.
Il vuoto del pensiero é la libertá dell’anima.
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