(estratto da uno degli incontri di Carlo con il Gruppo di Meditazione e Ricerca)
Domanda
Come vedi
oggi la possibilità di realizzare davvero la coscienza? Potrei dire,
addirittura, di “illuminarsi”?
Carlo
Questa è una
di quelle domande che chiamo “domandoni”.
In base a ciò che vedo, che sono in grado di vedere e di interpretare della realtà che mi circonda, delle persone che incontro e che seguono un certo tipo di volontà e di modo di pensare, direi che oggi, forse più che mai (ma sarebbe presuntuoso dirlo in assoluto), ci troviamo di fronte a due velocità: a due possibilità.
In base a ciò che vedo, che sono in grado di vedere e di interpretare della realtà che mi circonda, delle persone che incontro e che seguono un certo tipo di volontà e di modo di pensare, direi che oggi, forse più che mai (ma sarebbe presuntuoso dirlo in assoluto), ci troviamo di fronte a due velocità: a due possibilità.
La prima
riguarda l’umanità intesa nella sua collettività. Mi sembra evidente una fase
di chiusura, di collasso, oserei dire di apocalisse. Tutta una serie di valori
esistenziali ed evolutivi sono (forse definitivamente?) compromessi e, di
generazione in generazione, sembra essere sempre peggio: la natura, gli altri,
l’amore, l’amicizia, il sapersi godere la vita, le cose (le piccole cose!), il
valore della persona come tale e non in quanto unità produttiva e di consumo,
il valore della vita nella usa bellezza, nella sua pienezza, il rispetto, l’onestà…
più o meno sono tutti messi da parte, a vantaggio di altre priorità collettive,
che ognuno poi incarna in diversi modi e con diverse intensità, quali il
guadagno, il vantaggio personale, l’accanita paura per la propria
sopravvivenza, che oggi significa apparenza, profitto, immagine, considerazione
secondo le convenzioni sociali, le mode, le morali, i dictat del mercato,
immersi in una realtà politica, sociale, economica, (militare!), umiliante,
mortificante, devastante il pianeta, il senso della vita e dell’umanità, fatta
di furberie, manipolazioni, inganni e sotterfugi su scala mondiale, grazie a
tecnologie e tecniche di controllo davvero straordinarie in quanto sempre più
subdole, pensate e implementate ad altissimi livelli, di cui non ormai neanche
sospettiamo l’esistenza.
Questo
scenario non lascia spazio a molte speranze: la situazione pare davvero
gravemente compromessa, a livello minimo di senso dell’umanità, altro che
illuminazione! E pensare che avremmo le conoscenze e tecnologie per vivere
davvero bene, tutti in ricchezza, con la possibilità di riciclare, di usare
soluzioni ecologiche, di mangiare bene e sano, di curarci nel modo giusto,
accedendo ad energie illimitate, pulite e disponibili… Ma non è così che è
andata la storia.
La seconda “velocità”
è invece quella individuale, proprio personale. Infatti, pur considerando,
inevitabilmente, lo scenario brevemente tratteggiato sopra, che si riflette a
tutti i livelli, dal mondo all’ufficio, alle mura domestiche, OGNUNO può sempre
farsi due conti, dentro di sé. Pur mortificato dalle incombenti necessità,
oppure sedato dai numerosi artifici del controllo (dalla TV, ad un apparente e
mediocre benessere, tutto sommato più o meno confortevole, al più sofisticato trip
dello spiritualismo da bancarella), ognuno può, se lo sente, se riesce ancora a
sentirlo, tentare di “salvare il salvabile”: magari non si tratterà di “illuminarsi”
oggi o domani, e magari neanche dopodomani, e neanche in questa vita, però, al
di là delle mille pratiche e scelte che potranno farlo stare meglio (non è
quello il punto), potrà forse dare spazio ad un sentire più profondo e, se sarà
così, muoversi ancora tra le pieghe della sincronicità e trovare (ritrovare) la
possibilità di “fare un lavoro”, anche si trattasse “solo”, date le
circostanze, di riuscire ad orientare la
propria anima, se non per vivere l’illuminazione in questa dimensione
esistenziale, per potersi disporre ad uno “spostamento” quando, conclusa questa
“incarnazione”, potrà vibrare ad altri livelli e su altri piani.
Come vedete
reputo l’ottenere questo risultato qui, su questo piano, come qualcosa di molto
remoto, non volendo considerare le suggestioni e i trip personali… palliativi
che niente hanno a che vedere con quello che mi hai chiesto. E forse la Grande
Opera, per questo nostro attuale piano esistenziale, consisterà “solo” nel
recuperare quella possibile disposizione, senza niente di più eclatante, nel
silenzio di una consapevolezza profonda, semplice, invisibile. L’esoterismo ai
suoi massimi livelli. E poi, comunque, avendo fiducia in quello che veramente
siamo… chissà… che da quella disposizione non possano sorgere nuove, imprevedibili
ed inspiegabili determinazioni, di cui però non sarei ora in grado – né intendo
– alimentare una speranza che risulterebbe solamente suggestiva e consolatoria.
Domanda
Da dove si comincia per fare questo lavoro interiore?
Carlo
Dal preoccuparsi un po' meno di se stessi.