domenica 29 gennaio 2012
Trascrizione di un'intervista
Estratti dall'intervista a Carlo Dorofatti a cura della redazione di Oltre Confine.
Nei tuoi seminari insegni una pratica di meditazione che inviti, una volta appresa, a modificare, a rendere personale. Perché?
Perché ognuno sia attivo, sia partecipe e responsabile del proprio cammino e della propria ricerca che deve essere personale, non può che essere così per essere efficace e autentica.
Racconti di aver avuto esperienze di tipo sciamanico durante un anno trascorso in Camerun. Cosa ti è rimasto di quelle esperienze?
Ho trascorso del tempo presso alcuni villaggi locali e ho conosciuto e appreso alcune esperienze che potremmo includere nel grande contenitore delle esperienze cosiddette sciamaniche… la cosa più divertente, ma anche significativa che ricordo è stata che un loro stregone mi ha detto che secondo loro siamo noi a vivere in uno stato alterato di coscienza e non loro… per il resto ho appreso alcune tecniche corporee che includo nelle mie pratiche di meditazione e che descrivo in un nuovo libro che uscirà in primavera, scritto insieme a Giovanni Gnecchi e a Erica Holland, ovvero Percorsi di Alchimia Personale che sarà pubblicato con Anima Edizioni.
Credi che lo sciamanesimo sia realmente fruibile al di fuori del contesto in cui è nato?
No, non credo, tuttavia penso si possano apprendere determinati modi di pensare, certe logiche, anche alcune pratiche da integrare all’interno della propria ricerca personale, ma penso sia molto difficile diventare sciamani frequentando dei corsi. Però si possono imparare delle cose, certamente… soprattutto l’importanza del corpo come parte del processo dell’evoluzione della coscienza e della propria metamorfosi spirituale.
Ricordi un momento specifico che ha segnato l'inizio della tua ricerca?
Certo… avevo circa 8 anni e in una libreria convinsi mia mamma a comprarmi un libro che si intitolava Iniziazione all’Alta Magia di Jorg Sabellicus… quella lettura fu sconvolgente… certo per quello che potevo capire a quell’età… e poi in Chiesa, durante la preghiera che spesso al mattino si svolgeva prima delle lezioni, presso l’Istituto dei Padri Dottrinari dove ho fatto le medie… fu un momento di sentire molto forte… potrei definirlo di “vocazione”… quelli sono stati momenti molto importanti per le
mie scelte future.
C'è un libro che ti ha segnato particolarmente?
Ce ne sono altri due: Tantra, la comprensione suprema di Osho e il Magick di Crowley. Poi ci sono stati Gurdjieff, Aurobindo, Krishnamurti… quelli sono senz’altro i miei riferimenti più significativi.
Puoi darci qualche anticipazione sul tuo libro in uscita a marzo, Metamorfosi?
Si tratta di un manuale pratico, è un pamphlet nel quale fornisco alcuni suggerimenti per disciplinare la propria vita attraverso una sorta di ritualità personale che include tecniche molto semplici, ma che nella mia ricerca personale mi hanno dato e mi stanno dando molto… Si parla di ritualità quotidiana, di momenti di “presenza a se stessi”, e anche di un approccio alla vita che sento in sintonia con quello che sarà il nostro prossimo futuro… ecco la metamorfosi, cioè la possiblità e la necessità di una trasformazione radicale e profonda di sé e quindi della vita e della realtà: parlo proprio di trasformazione fisica; di nutrirsi attraverso il sole, riattivare la fotosintesi clorofilliana delle nostre cellule, rivedere completamente il concetto di vita, di lavoro, di evoluzione… cerco di dare degli spunti per lasciare veramente andare i vecchi schemi e per rivolgersi verso nuovi orizzonti in modo radicale.
Sei anche un formatore aziendale; come fai a coniugare le pratiche spirituali con il mondo del lavoro in azienda?
Al centro di ogni ambiente c’è sempre la persona: quindi è un tutt’uno, la vita è un fenomeno integrato, anzi è proprio il grande tempio, il grande maestro… per cui non trovo difficoltà a trasmettere principi etici o tecniche di centratura anche in un ambiente come può essere l’azienda, sebbene credo che ormai tutto il concetto di lavoro, di economia ecc… dovrà essere rivisto: siamo davvero all’alba di una nuova era.
Tieni delle conferenze gratuite. Qual è per te il rapporto tra denaro e spiritualità?
Io credo che se insegno una tecnica precisa, una cosa che sia quantificabile e misurabile per cui le persone imparano cose precise da applicare concretamente nella loro vita, penso che allora in quel caso se tengo dei corsi posso tranquillamente farli pagare, ovviamente il giusto e facendo sì che quello che viene pagato sia riscontrabile davvero: quindi se faccio un corso di giardinaggio, di orticultura, piuttosto che di yoga o di cucina ci può stare che al corso venga assegnato un prezzo o un contributo (se parliamo di associazioni culturali) anche a copertura delle spese ecc… Se invece le persone vengono ad ascoltare le mie opinioni sulla spiritualità, sui mondi astrali, sulla reincarnazione, su dio e sugli alieni, piuttosto che le mie congetture sull’anima o sull’esoterismo, allora non vedo perché dovrei far pagare quelle che sono opinioni e che sono al pari delle opinioni delle persone che mi ascoltano… inoltre, penso che l’aspetto spirituale ed esoterico non possa e non debba essere mercificato, quindi sono molto lontano anzi proprio contrario, per quanto mi riguarda, alla commercializzazione e alla strumentalizzazione politica dell’anelito spirituale e di quella che è la Gnosi… comunque, non voglio dare giudizi: si può fare tutto, ma c’è modo e modo… purtroppo stiamo assistendo ad un proliferare di mercanti insignificanti che creano dipendenza e vendono illusioni… eppure si vede che anche questo scenario è utile per permettere il discernimento.
Quali sono, secondo te, i ricercatori viventi che stanno dando il contributo maggiore alla comprensione delle possibilità dell'essere umano?
Credo che ci sia un sacco di bella gente e di ricercatori molto seri, magari sono anche i meno noti… ci sono divulgatori molto preparati. Ho conosciuto personalmente Graham Hancock con il quale faccio parte di un convegno internazionale di studi antichi (potete trovare nel mio sito tutte le informazioni a riguardo) e lui ad esempio mi piace molto; così come Michael Cremo con il quale ho fatto delle conferenze, il prof. Emil Dobrea; a me piace anche Gabriele la Porta, piuttosto che De Crescenzo… sto cercando di ricordare i più noti tra i vivi… ad esempio, mi piace molto lo spirito con cui porta avanti la sua provocatoria divulgazione Rocco Bruno, che ho conosciuto in occasione di un incontro che proprio io avevo organizzato tra alcuni ricercatori… Ammiro molto Ken Wilber; ho recentemente letto un libro di Folco Terzani, figlio di Tiziano, che ho apprezzato molto… Ho letto il libro sull’esperienza di Azema (il dottor Rosciano) che ha vissuto con Osho. Ammiro molto i miei co-autori Giovanni ed Erica…
Sto evitando accuratamente di menzionare tutti quei nomi che oggi vanno molto di moda. Il problema oggi non è tanto portare delle conoscenza: ci sono migliaia di libri che uno si può leggere… oggi il problema è portare gli stimoli giusti, esortare alla responsabilità personale, far capire che il cosiddetto risveglio non è qualcosa che si compra o che si raggiunge a buon mercato, ma che implica sforzi, impegno serio e che giunge da dentro di sé. E poi serve fare informazione corretta e concreta… non è semplice oggi condividere queste cose con gli altri e implica una grande responsabilità.
Parafrasando le teorie complottiste, nell'epilogo di Anima e Realtà affermi di credere ad un nuovo ordine personale. Come ti prepari al cambiamento?
In effetti, i miei primi due libri pubblicati descrivono il mio approccio filosofico (in Nient’altro che Sé Stessi) e il contesto magico e multidimensionale nel quale ci muoviamo (questo in Anima e Realtà)… nei prossimi due, già menzionati, passo invece a descrivere la parte più pratica, cioè quella che fa parte della mia vita, della mia esperienza personale quotidiana. Secondo me non si può più perdere tempo e perdersi in mille nozioni: vanno fatte delle scelte e portate avanti nella pratica, ognuno per sé, superando il bisogno della mente e dell’ego di collezionare informazioni e tecniche psicologiche. Io credo nel recupero del rapporto con la natura e con la terra, credo che poche ma efficaci tecniche corporee e di presenza mentale possano davvero fornire strumenti efficaci per vivere meglio e scegliere con più lucidità e consapevolezza…
Io pratico la meditazione, applico tecniche di vocalizzazione e pratiche respiratorie, adotto – divertendomi anche – alcuni espedienti per essere presente a me stesso e ai miei propositi -, cerco insomma di gestire bene le mie energie e soprattutto cerco di vivere nel bene; credo nel valore dell’amicizia, credo nel bene espresso nelle piccole cose, cerco di superare la paura e di non farmi impressionare da tutto il teatrino che ci sta circondando, sempre più grottesco… cose molto pratiche e molto semplici… dietro alle quali comunque c’è molto… c’è tutta la gnosi universale se vogliamo…
Parli spesso di autodeterminazione e di individualità e al contempo hai avuto e continui ad avere esperienze di gruppo. Qual è per te il valore e il senso dei gruppi e delle scuole?
Mentre si porta avanti il lavoro individuale e si comprende la centralità dell’individuo, il gruppo è un contesto molto valido e stimolante per il confronto, per lo scambio, per crescere insieme, per divertirsi anche… il cammino è squisitamente singolo ma a me piace molto stare con gli altri, condividere. Io sono proprio fatto così… e in linea generale credo sia importante questo aspetto. Le scuole possono fornirti degli spunti, degli strumenti, e poi sono fatte per essere lasciate… se ti obbligano altrimenti non sono più scuole ma sette… o altro… Poi, che ognuno trovi la sua strada.
Della presente intervista verranno pubblicati alcuni estratti video a cura della redazione di Oltre Confine sulla pagina di Facebook: http://www.facebook.com/Oltreconfineweb
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