domenica 27 luglio 2008

Ufologia: ipotesi di lavoro

Data la particolare sintonia con la nostra stessa direzione di lavoro, volentieri riportiamo l'estratto di un articolo dal blog di Andrea Doria (www.automiribelli.org):

[...]
Secondo le mie di ricerche, e non sto parlando di quale delle due possieda più validità dell’altra, ma di una semplice esposizione di quanto conosco, è da escludere che essi provengano dallo Spazio Profondo, “perforando” così la nostra atmosfera, poiché verrebbero abbattuti come moscerini. Gli alieni, quelli veri, cioé quelli davvero esterni, rimangono all’esterno e visitano le nostre terre con moltissima circospezione, mentre quelli che sono qui, sono già QUI, e viene vietato loro di USCIRE poiché andrebbero ad infettare gli altri mondi. Una sorta di quarantena se volete. Quelli di questo pianeta provengono da un varco… o da più varchi, che noi abbiamo contribuito a creare attraverso svariate Black Ops come The Philadelphia Experiment, che non definirei tanto come StarGates, ma come TimeGates, che si trovano aperti nella nostra linea temporale in questa prigione. E trovo assolutamente incredibile che in questo periodo, così ricco di profezie, spesso del tutto fantasiose, condite di avvistamenti di ogni tipologia, nessuno abbia più accennato al famigerato Triangolo delle Bermude. In 26 anni di attività in quell’area, dopo il 1945, sono andate perdute più di un migliaio di vite, oltre 100 aeroplani svaniti nel nulla proprio mentre si trovavano in contatto radio con la loro base, o con il terminal a cui erano diretti. Imbarcazioni cariche di passeggeri, svanite anche quelle totalmente nel nulla, per poi venire ritrovate dopo qualche tempo senza più nessuno degli occupanti a bordo, a parte gli animali come cani e canarini. E questo, è davvero un fatto che lascia degli interrogativi assai più interessanti della sparizione dell’equipaggio stesso. Perché gli esseri umani sparivano e gli animali no?

Ad ogni modo, l’intuito razionale di qualsiasi individuo dotato di un minimo di calcolo logico, dovrebbe elaborare da se che, se qualcosa, dalla nostra normale linea temporale può uscire e sparire così nel nulla, è altrettanto arbitrario pensare che “qualcosa” da lì, possa entrare. Anche perché gli oggetti volanti di cui sono dotate queste entità, che a questo punto non m’interessa più sondare le loro intenzioni vista la trappola mentale che sta davanti ai nostri occhi, e che si chiama Terra, non sono retro-ingegnerizzabili semplicemente perché trattasi di “blocchi unici”, il cui sistema di propulsione potrebbe essere azionato nient’altro che da uno stato di entanglement neurale orchestrato dal suo occupante. Ecco come potrebbe spiegarsi il classico “spostarsi silenti”, in barba a tutte le leggi che conosciamo.

Tale possibilità infatti, non è assolutamente da escludere, come ci spiega il modello matematico OrchOR, sviluppato all’interno di un progetto interdisciplinare dal matematico e filosofo britannico Roger Penrose, insieme all’anestesiologo Stuart Hameroff, i quali dichiarano che all’interno dei microtubuli presenti nel nostro cervello, si determinano fenomeni quantistici quali l’Entanglement. In breve questo fantastico modello, rivela che il passaggio dell’informazione, da neurone a neurone (da particella a particella) all’interno dei microtubuli, avviene in modo sincronico e immediato, proprio come avvenne nell’esperimento di Aspect.

Ora, potremmo abbozzare rapidamente un’idea, tanto per speculare un pò, cercando di elaborarla con meno fronzoli possibile. Immaginiamo di aver messo in stato di entanglement, le particelle di materia che compongono l’intera struttura di un oggetto quantistico, in questo caso l’Ufo, con lo stato neuronale del suo occupante. Immaginiamo poi che l’interno dell’abitacolo, possegga una particolare struttura geometrica specifica, in grado di amplificare la risonanza armonica di un determinato tipo di evento psichico, “trasferendolo e distribuendolo” sincronicamente, come una vibrazione, a tutta quanta la superficie dell’oggetto. Questo processo potrebbe innescare la variazione di spin delle particelle di materia entangled del velivolo, costringendo l’oggetto a spostarsi su una matrice geometrica invisibile. La stessa matrice, di cui oggi gli astrofisici ci confermano l’esistenza, quando ci illustrano che le galassie sono disposte nell’universo geometricamente. L’ipotesi qui descritta, prende ancora più corpo quando pensiamo a ciò che accade nella Cimatica, la Scienza eretica della Vibrazione. Il suono, proiettato ad una determinata frequenza, impone a dei chicchi di riso (materia) sparsi su una superficie, la formazione di figure geometriche assolutamente simmetriche. Ogni singolo chicco di riso, compie un tragitto totalmente sincronico con tutti gli altri chicchi di riso, disponendoli geometricamente.

E’ chiaro che quanto speculato qui sopra, trattasi di una ipotesi di lavoro abbozzata molto frettolosamente, che andrò ad approfondire sicuramente, ma è una ipotesi che se sviluppata bene, potrebbe forse diventare autoconsistente. Gli Ufo, potrebbero davvero essere “oggetti quantistici”. Ciò spiegherebbe il loro repentino spostamento, indeterminazione e imprevedibilità (vedi Heisemberg), cambi di direzione a 90° e a 45°, e relativa scomparsa all’occhio umano.

CONCLUSIONI
Credo che l’Ufologia dovrebbe studiare il fenomeno da un punto di vista più analitico, utilizzando gli strumenti più raffinati dell’intelletto umano, e non da un punto di vista del “tutto va bene purché se ne parli, così faccio tante conferenze e gli altri mi vedono come un fico”. Questo tipo di Ufologia fa male all’Ufologia. Occorre eseguire delle verifiche, proporre idee e teorie serie in questi casi, e non semplicemente basarsi sulla “foga” divulgativa atta a sensazionalizzare, premendo sui codici mentali dello stupore e della curiosità. L’informazione va eseguita in modo coerente, altrimenti cari amici, è solamente un processo di masturbazione del proprio ego.

(http://www.automiribelli.org/2008/07/analisi-ufologica/)

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