Quante volte mi chiedono di chiarire la differenza tra
spiritualità e religione! Io insisto col dire che si può essere spirituali
senza necessariamente rifarsi ad un credo religioso o aderire a un culto. Anzi,
dico che chi è religioso non può essere spirituale e viceversa. Sono termini
opposti, in fin dei conti, se si vuole essere rigorosi e coerenti, del tutto
incompatibili. Non si può essere spiritualmente religiosi né religiosamente
spirituali: sono due termini inconciliabili. È un po’ come dirsi cristiani
cattolici: è una contraddizione in termini! Se sei cristiano non potrai mai
essere cattolico e viceversa! A meno che non ci si voglia abbandonare alle
abitudini lessicali, senza capire veramente cosa si sta dicendo: senza
studiare, approfondire, riflettere.
Spiritualità e religione sono due cose diverse.
Inconciliabili!
Pensiamoci un attimo. Primo di tutto la spiritualità è
naturale, mentre la religione (tutte le religioni) è artificiale. La
spiritualità è interiore, mentre la religione è esteriore. La prima è
esistenziale, la seconda è dogmatica. La spiritualità è individuale, la
religione è sociale. La spiritualità è creativa, la religione restrittiva,
decisamente repressiva. La prima è etica, la seconda è morale. La spiritualità
ha a che fare con la libertà, mentre la religione è sottomissione, imposizione.
La spiritualità ama parlare di gioia, la religione ama enfatizzare la
sofferenza. La prima parla di realizzazione, la seconda annuncia la salvezza:
due concetti molto diversi. La spiritualità è eros, la religione è pathos. La
spiritualità è conoscenza, la religione è fede. La prima tende alla
consapevolezza, la seconda all’obbedienza. La spiritualità è responsabilità
personale, la religione è delega. La prima è umanista, la seconda p teocratica.
Spiritualità è autodeterminazione, mentre la religione è istituzionalizzata,
intermediata.
La spiritualità è immanentista e trascendentalista, mentre la
religione insegna l’esistenza di un Dio personale del tutto trascendente e
distaccato dalla sua creazione e dall’uomo. La spiritualità enfatizza il
femminile, mentre la religione è solitamente patriarcale, direi maschilista. La
spiritualità tende ad essere non-dualista, mentre la religione è molto più
spesso dualista. La spiritualità afferma, la religione nega. La prima è
meritocratica e si fonda sull’esercizio del libero arbitrio, la seconda è
teocratica/aristocratica o falsamente democratica e sottrae l’arbitrio all’uomo
per sottometterlo ai piani di un Dio. La spiritualità è spesso magica,
tantrica, meditativa ed evolutiva e non confligge con la scienza, mentre la
religione è liturgica, mitologica, devozionale e non di rado si oppone alla
scienza. La prima è olistica, la seconda è, nonostante le apparenze,
profondamente materialistica. La spiritualità insegna il coraggio, la religione
insegna la paura.
La spiritualità è deista, mentre la religione è teologica o
teista. La prima produce gnosi e volontà di scoperta, la seconda produce
agnosticismo e indifferenza, fatalismo. Secondo la spiritualità “Dio” può considerarsi
come un principio (logos), impersonale, interiore e trascendentale, immanente e
trascendente.
Per la religione, in linea generale, Dio è un’entità personale
onnipotente e del tutto trascendente; comunque inarrivabile. Per la
spiritualità l’Umanità è Coscienza in divenire: espressione superiore
dell’esistenza/vita che si fa divina e trascendente nell’imperitura e
incessante affermazione divina di ogni individuo. Per la religione l’Umanità è
per lo più creatura sottomessa: espressione peccatrice e decaduta, meritevole
di sofferenza a meno che non si redima obbedente ai capricciosi voleri di un
Dio e della sua Chiesa e relativa élite sacerdotale.
La spiritualità si fonda
sul sentire, che è già esperienza, e quindi sulla ricerca che conduce a
consapevolezza. La religione esige il credere: incondizionato, assoluto, senza
appello. La spiritualità emerge dall’esperienza: la religione la precede e la
intercetta. La spiritualità insegna a credere o a dubitare di se stessi: esorta
alla ricerca interiore, profonda, attiva. E’ farsi delle domande. La religione
nega questa ricerca e impone le sue riposte. La spiritualità è trasgressiva e
anticonformista: la religione insegna il conformismo ed educa all’ipocrisia.