Quell’alieno
che è dentro di noi, il nostro ego, l’io fittizio che crediamo di essere, fatto
di credenze non nostre, che pensa e vuole ciò che noi crediamo di pensare e
volere convincendoci che siamo noi a farlo, ha un enorme potere.
Attraverso
il nostro pensare, che non è nostro, il Volador
(per dirla alla Castaneda) concorda con se stesso e ci induce a credere di
fare, di essere quando gli fa comodo così, oppure di non poter fare, di non
essere nessuno quando gradisce altri sapori. L’alieno ti farà scegliere
qualunque cosa gli piaccia, perché sarai tu convinto di sceglierlo. Ti dirà che
quello che dice Carlo sono tutte sciocchezze, che tanto c’è tempo, che sei
stanco, che hai bisogno di pensare a te stesso, che in fondo non sono cose così
importanti, e la mente che ti avrà regalato concorderà con la sua affermazione,
e così tu dirai: “ma certo… sono sciocchezze”. È così che prevale. Da tanto
tempo.
Bada
bene: non puoi contrastarlo. Faresti il suo gioco. Puoi solo tirare dritto per
la tua strada. Sottrarre terreno sotto i suoi piedi. Puoi solo preoccuparti di essere: di riempire di coscienza, di
consapevolezza e di gioia la tua vita. Puoi, in questo modo, affamarlo, perché
all’alieno queste fragranze risultano indigeste. E così… dovrà andarsene. Non
dovrai lasciare spazi: lui è scaltro e veloce e riempie ciò che lasci vuoto. E
svuota quel poco che di te rimane. Si nutre di indolenza, di cavilli, di
procrastinazione. Adora la tua inadeguatezza, così come la tua presunzione. La
tua codardia come la tua arroganza. Prelibate sono per lui le tue paure, così
come le tue aspettative.
Puoi
fare solo una cosa: riempire di buona volontà la tua vita, fatti forza,
perseguire la verità incessantemente e senza scuse e quella mente aliena cadrà.
E non ti apparterrà più. Ma forse, al primo contrattempo, ancora dirai: “adesso
ho ben altro da fare… lasciamo stare… poi vedremo… ”.