lunedì 15 settembre 2008

Quale futuro per i Gruppi ?

Segnaliamo l'esistenza ed il lavoro dell'ARIPS, una associazione fondata nel 1978, senza scopo di lucro, fra psicologi, operatori sociali e culturali, che si propongono di approfondire i problemi umani connessi alle aggregazioni (gruppi, comunita', organizzazioni, istituzioni) mediante lo studio, la ricerca attiva, la sperimentazione.
Sito:
http://www.psicopolis.com/arips/index.htm

In particolare, da un'analisi pubblicata nel 2003:
(documento completo: http://www.psicopolis.com/arips/docgcA.htm)

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Ciò che un tempo aveva motivazione sociale ora può continuare con motivazioni individuali o di piccolissimo gruppo. Il futuro è legato alla sopravvivenza di piccoli nuclei di “cavalieri jedi” in grado di portare la fiaccola dell’autonomia aldilà dell’ombra della Storia.
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I barbari che erano alle porte vent'anni fa, ora sono arrivati sotto forma di Governo di occupazione locale, nazionale e imperiale appoggiato da larghe masse di soggetti omologati, inglobati e incatenati.
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L'esigenza del monachesimo è ancora più forte oggi, anche se pare difficile avviare comunità di pensiero e sembra arrivato il tempo delle riflessioni individuali.
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... si dovrebbero compiere scelte di vita radicali ed eroiche, che mal si coniugano colla generale mentalità piccolo borghese e burocratica.
L'unica via d'uscita sembra oggi essere la separazione.
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La comunità come spazio per la difesa e l'identificazione è un sogno vanificato dai processi di globalizzazione e frantumazione accelerati, ed ha lasciato il posto alla temporaneità, alla pluriappartenenza, e al nomadismo.
La prevenzione, da spinta alla progettazione del futuro ed al controllo di questo da parte di soggetti sovrani, è diventata lo strumento principe del potere delle oligarchìe.
Comunità e prevenzione sono oggi meri strumenti di omologazione e controllo.
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Il peggior errore in cui siamo incorsi in questi anni è stata la burocratizzazione del sistema. Nati come comunità in "stato nascente" perpetuo, siamo diventati una organizzazione burocratica, dominata da una mentalità diffusa da "impiego postale" e “dopolavoro”.
Le regole hanno soffocato le idee, la dipendenza ha spento l'autonomia, la sicurezza ha attenuato l'eplorazione.
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La natura mistificante e manipolativa del volontariato è ormai trasparente.
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STRATEGIE PER IL FUTURO:

- rifiutare ogni funzione profit (lasciata eventualmente a EGEO o ai singoli)
- limitare ogni funzione promozionale (solo al web e agli eventi culturali)
- agire una strategìa di esclusione invece che di inclusione (verso i giovani)
- concentrare le scarse risorse su tre sole direttrici:
-ricerca (incontri su libri de visu o via chat)
-sperimentazione (eventuali esperienze paradigmatiche offerteci)
-pubblicazioni (su carta e su web)

Tratto da:
http://www.psicopolis.com/arips/docgcA.htm